Questa, in sintesi, la fotografia della situazione idrica all' Elba sviluppata dai tecnici di ASA, i dirigenti Mirco Brilli ( Reti e impianti idrici) e Michele del Corso ( reti fognarie e depurazione) e dal Presidente Andrea Guerrini nell' apposita conferenza stampa presso gli uffici di Portoferraio.
Nonostante gli ingenti investimenti che hanno portato l' Azienda Servizi Ambientali a captare con 5 nuovi pozzi nel 2017 e la riattivazione di altri dismessi, altri 700 mila m3 aggiuntivi all' anno ( le bettoline di qualche anno fa portavano 50 mila m3 al costo di 500 mila €) la situazione resta delicata: le maggiori piogge invernali e primaverili – spiegano- non sono infatti riuscite a rimpinguare le falde (più basse di un 30%), sia per l' orografia dell' isola, un imbuto rovesciato che non trattiene, che per i maggiori consumi segnati dalle presenze di maggio-giugno.
Due nuovi pozzi nel 2018, il potenziamento delle squadre di pronto intervento sulle perdite con riparazione /sostituzione dei tratti interessati e, soprattutto, l'azione preventiva di regolazione delle pressioni nelle condotte, attraverso anche una ' quartierizzazione' degli impianti, stanno dando buoni risultati che tengono ancora lontano il livello di guardia dei 10 mila m3 complessivi di riserva idrica, sotto iL qualE scatta il razionamento (per qualche giorno, a rotazione nei diversi Comuni); per evitare sorprese ASA rivolge un duplice invito: alle Amministrazioni Locali per l' emanazione anche quest' anno di ordinanze per l'uso consapevole della risorsa e ai cittadini perchè si sentano coinvolti in questa azione adottando comportamenti virtuosi.
La condotta sottomarina, ormai da pensionare con i suoi 31 anni di servizio (6 oltre i 25 previsti dal progetto) garantirà ancora i suoi 150 lt/secondo, ma la vera sicurezza, nonostante i lavori di controllo e consolidamento della struttura operati da ASA escludano rischi immediati, resterebbe l' impianto di dissalazione previsto a Mola, con i suoi 40lt/secondo e la possibilità di raddoppiarli in fase due.
I tempi di realizzazione del primo stralcio dipenderanno di fatto dalla velocità di risposta dei Comuni elbani, chiamati a compartecipare alle spese con circa 2 milioni (tassa di sbarco?) sul costo complessivo di 12,5. Senza queste cifre messe a bilancio non potranno partire i lavori che, invece potrebbero avviarsi già nell' autunno del prossimo anno.
Il sistema misto (risorse proprie dai pozzi, condotta sottomarina e dissalatore) appare quindi quello più idoneo a mantenere in sicurezza l' isola. Sembra quindi prendere quota, nei prossimi anni, la scelta di sostituire/doppiare la ormai obsoleta condotta sottomarina anziché procedere alla realizzazione di un secondo dissalatore, sia per i costi finali dell' acqua ( 0,28€ contro 1 € a metro cubo) che per il fatto che superare la quota di un terzo di acqua distillata inorganica, qual'è quella prodotta dal processo di dissalazione, richiederebbee nuovi interventi e nuovi costi per rimineralizzarla. Sul versante depurazione ricordati gli interventi di manutenzione per aumentarne la capacità depurative sugli impianti di Lentisco e Filetto Bonalaccia nel campese, Porto Azzurro, Vaccarelle e Pareti (Capoliveri). Ultimati invece i lavori per il depuratore di Schiopparello (9 milioni il costo) che, in attesa di convogliare i reflui di Portoferraio, (cosa che avverrà in autunno appena ultimata la stazione di V Galeazze), sta già funzionando per la zona circostante l'impianto che, una volta a pieno regime, consentirà la dismissione dell'impianto di trattamento del Grigolo.
CR