Il Decreto Milleproroghe emanato dal Consiglio dei Ministri pochi giorni fa, ha concesso una proroga ad Ischia, ma non all'Elba.
Il provvedimento lascia tutti ancora una volta perplessi, tanto più che la rimozione della sede elbana arriva dopo ripetuti tentativi di tranquillizzare il territorio, dopo impegni presi da vari esponenti politici e dopo due proroghe che avevano lasciato ben sperare.
Quello che è avvenuto invece lancia un allarme grave e pericoloso, perché è all’interno di un provvedimento che vorrebbe delineare un quadro quasi definitivo della situazione dei tribunali italiani nelle realtà cosiddette minori.
L’accesso ad una giustizia certa ed equa è un diritto di tutti i cittadini del territorio Italiano e gli imprenditori, che sono fra questi, si vedrebbero sottratto un servizio importante e presente all’isola da da sempre.
E’ davvero inspiegabile che elementi come la distanza dal tribunale più prossimo, l’insularità, i disagi ed i maggiori costi per gli utenti e le forze dell’ordine, un numero di contenziosi assolutamente rilevante, che fino a pochi mesi fa giustificavano il “salvataggio” della sede giudiziaria, adesso non abbiano più lo stesso significato. Ed è inspiegabile che precisi impegni in materia di decentramento degli uffici giudiziari, presi con i cittadini italiani anche dall’attuale esecutivo nazionale (nel Contratto di governo), siano stati in questo modo così disattesi, per l'Elba ma non per Ischia.
Ancor più che lo stesso attuale Ministro della Giustizia Bonafede, pochi mesi fa, aveva addirittura presentato un'interrogazione all'allora Ministro Orlando, proprio sul Tribunale di Portoferraio, difendendone il mantenimento.
Nei giorni scorsi l’associazione Forense, vari rappresentanti di istituzioni e politici vari si sono espressi rappresentando il problema nella sua interezza, adesso come cittadini in primo luogo e come categorie economiche ci aspettiamo delle azioni forti e ce le aspettiamo soprattutto da chi rappresenta le Istituzioni.
Ora serve la “voce grossa“: è il momento in cui soprattutto i Comuni, con i Sindaci, si muovano in modo deciso ed unitario affinché il provvedimento possa essere modificato già nel suo iter parlamentare. E se da una parte non possono bastare manifestazioni di solidarietà e comunicati stampa, non ci si potrà accontentare di rassicuranti strette di mano e vaghe promesse, dall’altra.
Tutti a Roma quindi il 1° agosto, compatti a difendere l'Elba.
Confesercenti
Confcommercio
Confindustria
Associazione Albergatori Isola d’Elba
Faita
Coldiretti
CNA