Legambiente conclude il suo intervento sull’Ecomostro affermando che “si è scelto di fare il contrario di quanto avrebbero voluto il buon senso, la buona politica e la buona urbanistica”.
Mi meraviglia la superficialità con cui vengono rese certe affermazioni
Il buon senso avrebbe voluto che il Piano Attuativo non fosse stato approvato nel lontano 2001, visto che l’opera è definita “una sconfitta del bene pubblico e della comunità di Procchio”, se tale è adesso tale era nel 2001!! Quello sarebbe stato il momento giusto per espropriare l’area e costruire parcheggi pubblici cosa che avrei voluto fare io se non avessi trovato tutti gli impedimenti amministrativi e legali
La buona urbanistica non avrebbe dovuto approvare nel 2007 una variante generale al piano di fabbricazione nella quale, per l’area destinata alla realizzazione del Centro Servizi, si legge che “nulla è innovato rispetto allo strumento urbanistico precedente”
La buona politica invece deve tutelare gli interessi generali del territorio che amministra partendo dalla conoscenza e dallo studio degli atti che hanno portato alle varie criticità che deve affrontare.
Giusto per fare un breve sunto di tali atti partiamo proprio dalla sentenza del Tribunale di Genova Prima Sezione Secondo Collegio del 21.04.2009 che “Ordina la demolizione, all’interno del cantiere in sequestro, di quanto non edificato nel rispetto dei titoli concessori legittimi. Ordina , a seguito delle demolizioni di cui sopra, il dissequestro e la restituzione agli aventi diritto del cantiere in sequestro”.
Cosa avrebbe dovuto fare la buona politica? Ignorare la sentenza , demolire a spese dell’Ente e acquisire al patrimonio comunale l’area? Oltre alle spese di demolizione e acquisizione avrebbe dovuto sostenere anche quelle di ricorso da parte della proprietà. Il comune di Marciana, già a quel tempo in disavanzo, sarebbe andato in dissesto e di questo sicuramente avrebbero risentito tutti i cittadini, così per gli abitanti di Procchio al danno già vissuto si sarebbe aggiunta la beffa.
La buona politica deve valutare quale è il danno minore per i cittadini che amministra.
Se poi Legambiente riesce a trovare i fondi per procedere all’esproprio dell’area al valore venale che attualmente ha, l’Amministrazione si impegnerà a costruire tutto ciò che Legambiente riterrà necessario perché Procchio abbia “quel polmone del quale aveva bisogno”.
Per quanto riguarda la messa in sicurezza dell’area, che verrà fatta con soldi pubblici, servirà SOLO a mettere in sicurezza Procchio e non per “un pezzo della speculazione edilizia bloccata dalla Magistratura” in quanto il fosso passerà nell’area dove attualmente c’è una parte della costruzione, ancora di proprietà della ditta pistoiese e che verrà ceduta gratuitamente al Genio Civile per la realizzazione dell’alveo.
Il fatto che la messa in sicurezza permetta alla ditta di ricostruire non è assolutamente una “compensazione” o peggio ancora “trattamenti di favore” … “trattamenti di favore” sarebbe pagare anche l’esproprio dell’area con soldi pubblici, “trattamenti di favore” sarebbe non far loro rispettare i dieci metri di distanza dal percorso del fosso per ricostruire … “trattamenti di favore” saranno allora anche mettere in sicurezza altre zone di Procchio o no ?
L’unico “trattamento di favore” sarà quella di rendere la vita ai cittadini di Procchio e anche agli albergatori più sicura.
Passiamo quindi alla ricostruzione: è accertato che il Comune , nell’amministrazione Bulgaresi, per continuità amministrativa, non può non autorizzare la ricostruzione della volumetria, in quanto creerebbe un danno a quello stesso Ente che addirittura nell’ormai famosa Variante al Programma di Fabbricazione prevede che “i lavori potranno essere ripresi, successivamente al dissequestro del cantiere da parte della Magistratura … eventuali richieste di varianti e/o modifiche progettuali non dovranno comportare aumento della superficie utili e della volumetria, né delle Unità Abitative e commerciali rispetto a quanto assentito”.
Mi sembra una situazione “leggermente” diversa dal caso dell’isolotto di Cerboli che cade nella zona A del Parco, quindi di tutela integrale nella quale nessuna modifica allo strumento urbanistico può permettere di mettere una sola paiola di cemento… non c’è stata nessuna resistenza ostinata dell’amministrazione: solo non era possibile procedere per legge.
Ritengo molto offensivo dichiarare che” le Amministrazioni si sono calate le braghe”, ma hanno agito ed agiranno nell’interesse pubblico e solo per quello.
La risposta beffarda del costruttore Giusti è un problema fra me e lui … non è ancora stato presentato nessun progetto , ma solo una bozza allegata all’accordo, nella quale sono evidenziati i locali che potranno essere destinati ad uso sanitario: i modi ed i tempi verranno concordati successivamente, così come la nuova convenzione tra pubblico e privato.
Non amo parlare di aria fritta!!!
Non penso che l’amministrazione Bulgaresi abbia avuto responsabilità per la costruzione della “montagna Ecomostro” e se anche ha partorito “un ratto” lo ha fatto tutelando l’interesse e la sicurezza pubblici (accordo Giugno 2013 con la Regione Toscana) e la legittimità dei procedimenti demolendo un’illegittimità urbanistica che ha scritto una brutta pagina della storia dell’Elba.
Un’ultima domanda: se questa costruzione è così tanto distruttiva adesso per Procchio, probabilmente lo era anche nel 2001 quando sono iniziati i lavori … Legambiente dove era?
Mettete pure i manifesti a lutto noi faremo festa , perché la mia amministrazione ha agito ed agirà nel rispetto delle persone che amministra e della Legge!!!
Anna Bulgaresi Sindaco di Marciana