Una voce femminile contatta il numero di emergenza 113 del Commissariato di Portoferraio: la donna ha trovato il coraggio di denunciare l’ormai ex marito che l’aveva maltrattata, picchiata, minacciata, ingiuriata e vessata per anni, unitamente ai figli ed al nuovo convivente nei confronti del quale aveva dimostrato – nonostante la fine del rapporto – una smodata gelosia, fino agli episodi più gravi con minacce di morte e lesioni fisiche causate a quest’ultimo, giudicate guaribili in oltre 25 giorni di prognosi.
Nei giorni scorsi la Squadra Anticrimine ha eseguito, al termine di accurate indagini, l’ordinanza di misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Livorno che ha disposto il divieto di avvinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla ex moglie ed al suo nuovo convivente, con divieto di comunicare in qualsiasi maniera ed obbligo di mantenersi ad una certa distanza dai luoghi e dalle persone offese.
Gli investigatori del Commissariato di Portoferraio hanno così messo fine alle angherie di un uomo residente a Portoferraio, nei confronti della moglie e del nuovo convivente, denunciandolo all'Autorità Giudiziaria, per reati di maltrattamenti in famiglia, violenza privata, lesione dolose aggravate e condotte persecutorie.
La donna confidava le violenze subite al personale specializzato del Commissariato, da parte del marito con una dettagliatissima denuncia, narrando lo stato in cui tuttora viveva, nonostante la separazione, e lo stato di prostrazione e di timore per la propria incolumità in cui era stata costretta a vivere, a partire dalla difficilissima convivenza. La situazione era poi degenerata dopo la separazione: erano aumentate le condotte vessatorie, con sofferenze fisiche e morali, minacce di morte anche nei confronti del nuovo compagno, aggredito fisicamente.
Dalle dichiarazioni in denuncia, puntualmente riscontrate nel corso delle indagini dalla Polizia di Stato, l'Autorità Giudiziaria emetteva la misura cautelare dell'allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla donna, da parte del marito.
Sempre più frequentemente si è accertato che i casi di violenza, quasi sempre ai danni delle donne, si verificano all'interno delle mura domestiche e di fronte ai figli minori e spesso non vengono denunciati per un senso di pudore e vergogna da parte della vittima La Polizia di Stato, invita le vittime di tali eventi a denunciarli rivolgendosi al personale della squadra Anticrimine del Commissariato, deputato a fornire quelle indicazioni per consentire alla donna di uscire da una condizione di subordinazione e inferiorità solitamente menomata da una deficienza della propria dignità personale generata da quella e invisibile violenza psicologica.
A riguardo è stato adottato da tutte le Questure il protocollo E.V.A. (Esame delle Violenze Agite) che consente, agli equipaggi di
Polizia che intervengono su casi di violenza domestica, di sapere se ci siano stati altri episodi in passato nello stesso ambito familiare, con la compilazione di checklist. Questa procedura consente, anche in assenza di formali denunce, spesso impedite dalla paura di ancor più gravi ritorsioni, di tracciare situazioni di disagio con l’obiettivo di tenerle costantemente sotto controllo e procedere all’arresto nei casi di violenza reiterata.
Dr. Pietro Scroccarello
Vice Questore della Polizia di Stato
Dirigente Commissariato di P.S. di Portoferraio