Calata ore 17 del pomeriggio una signora sulla sessantina sta portando a spasso il suo cognolino. Ad un certo punto il cane si ferma, allarga le zampe posteriori e defeca sul marciapiede, i due spariscono velocemente...
Terminata la passeggiata con mio figlio, complice la scena a cui ho assistito, non posso che constatare che le vie di Portoferraio sono disseminate di cacche di cani.
Ci sono zone (Grigolo, Ghiaie) dove è facilissimo imbattersi in escrementi di cani, lasciati in balia delle scarpe dei malcapitati che, prima o poi, finiscono con il calpestarle.
E così camminare in paese è diventato per certi versi un percorso ad ostacoli che è una chiara manifestazione di inciviltà urbana e non solo per chi passeggia ma anche per i commercianti, molti dei quali ogni mattina, prima di aprire il negozio, devono “fare pulizia” davanti alla saracinesca.
E pensare che esiste un’ordinanza precisa a riguardo, che prevede che chi conduce il proprio cane in giro è tenuto a pulire il suolo pubblico con idonea strumentazione nel caso in cui l’animale lo insudici; perché è normale che lo faccia. Ma per molti raccogliere la cacca rappresenta una “mission impossibile”, è necessario un sacchettino da legare intorno al guinzaglio, pronto per essere utilizzato all’occorrenza.
Ma considerato lo spettacolo desolante di strade e aiuole disseminate di deiezioni, forse quello che manca nella nostra città è il senso civico, ovvero una coscienza dei propri doveri e delle proprie responsabilità nei confronti della comunità.
Di sicuro non vogliamo che Portoferraio diventi una toilette a cielo aperto per colpa di un comportamento incivile e irresponsabile, che alla fine pregiudica la vivibilità delle aree pubbliche, unitamente alla sicurezza delle persone e degli animali stessi. Sì, perché forse non lo sanno tutti, ma raccogliere la cacca, oltre a essere un gesto di civiltà, evita il rischio di diffusione di malattie e parassiti, che vivono negli escrementi e che gli altri cani possono contrarre quando la annusano o la mangiano e che noi, ignari camminatori, portiamo in casa sotto la suola delle nostre scarpe.
Domenico Ferrante