“Si tratta di una situazione intollerabile e colpevolmente ignorata da tutti”, ha commentato il Sindaco di Portoferraio Ferrari, inviando alla stampa le foto dei miseri ricoveri di fortuna allestiti da alcune persone senza fissa dimora negli edifici fatiscenti dell'area retroportuale.
Gli edifici di Coppedè e Cantierino, con intervento della Municipale e di ESA, oltre che del Sindaco in pole position, sono stati ripuliti 'all'alba' dalle poche cose e dai rifiuti accumulati, ma lì restano, soprattutto lo sfatto Coppedè, a dare il benvenuto ai turisti, nella loro ripulita fatiscenza.
Dal comunicato ufficiale pubblicato ieri, mercoledì 22 maggio, da Elbareport, le persone in carne e ossa sono non pervenute; non è dato sapere infatti se al momento del blitz fossero presenti e, nel caso, se vi fossero anche donne e minori, dove siano finite, se svolgessero o meno qualche attività lavorativa di sopravvivenza.
Da manuale salviniano-poundiano la chiosa finale del comunicato istituzionale, con la bacchettata (in puro stile propagandistico) alle “latitanti associazioni che predicanol’accoglienza e che poi lasciano che si verifichino situazioni di questo genere”; sarebbe interessante sapere quante volte queste Associazioni di volontariato, che già fanno quello che possono, sono state chiamate in Municipio per elaborare progetti che affrontassero questa emergenza sociale. Perla di rimozione infine l'esortazione di Ferrari-De Santi affinchè queste Associazioni (sic!!) “facciano seguire i fatti alle parole e dimostrino subito e concretamente la propria sensibilità verso queste persone. Dando ovviamente la priorità agli italiani..” Ma come, anche gli italiani? Quelli, almeno, non dovrebbero essere roba vostra?
Inutile a questo punto chiedere agli attuali e uscenti amministratori i motivi della palese assenza di iniziativa del Comune in questi 5 anni per quei luoghi (come per gli ex macelli); speriamo nei prossimi e nel completamento del progetto 'fronte del porto', che quelle zone dovrebbe recuperare.
CR