A proposito del “water front” o, meglio, fronte mare, lungomare o calata che dir si voglia, non sembra davvero saggio omologarsi alla costa toscana, creando strutture che, mentre lì hanno un senso, nel nostro golfo comprometterebbero un equilibrio, già precario, raggiunto nei secoli ed assolutamente da conservare.
Se sono nati porti turistici lungo la costa toscana, quali il più recente e vicinissimo Porto della Chiusa, tra punta Semaforo e la foce del Cornia, con 652 posti barca, 4.000 mq.di centro commerciale e 40.000 mq di parcheggi, con servizi di ogni genere, con spazi in terra, quindi, da noi, improponibili, dove, soprattutto puoi arrivare dalla città senza dover sottostare agli orari ed ai costi dei traghetti cui invece dovrebbe assoggettarsi chi tenesse la barca all’Elba, dove anche il nudo posto barca viene a costare molto di più, sono appunto nati contando sull’Elba come destinazione naturale. Navigando da decenni per il Mediterraneo ho constatato che altrove le mete più ambite e prestigiose, e l’Elba certamente lo è, si organizzano per regolamentare l’afflusso di imbarcazioni predisponendo, come a Cabrera alle Baleari, alle Porquerolles in Costa Azzurra ed altrove, campi boe con corpi morti, posati con cura, magari su fondali di posidonia altrove come qui compromessi da ancoraggi selvaggi e ripetuti, o, meglio ancora, con congegni a cavatappi, avvitati sul fondo, collegati a due gavitelli, uno sommerso, con lo scopo di tenere sollevata la catena perché non strusci sul fondo, ed uno a galla cui ormeggiarsi.
Si prenota l’ormeggio col telefonino o col VHF ed all’arrivo un ragazzo col gommoncino accompagna al gavitello assegnato, incassa il dovuto e spiega il comportamento che deve assolutamente essere tenuto. Quante cooperative di giovani potrebbero nascere per gestire l’accesso a specchi d’acqua come il Viticcio, l’Enfola o San Giovanni e moltissimi altri, ora presi d’assalto da processioni di barche che qui lasciano solo rifiuti ed a sera, sempre in processione, rientrano nei comodi porti turistici della costa.
Senza andare tanto lontano, l’area marina protetta delle Secche della Meloria, gestita dal Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, meta di moltissime imbarcazioni con posto barca sulla costa toscana, è a pagamento dal 2019.
Creare Porti Turistici con posti barca da vendere o da dare in concessione vuol dire, soprattutto, creare seconde case che non pagheranno la pletora di tasse previste per le seconde case.
In ciò sono illuminanti i controlli, le sanzioni e le denunce di Carabinieri e Guardia di Finanza a Venezia, dove ogni posto letto vale oro e dove le barche, nei porti turistici, vengono utilizzate come “ boat & breakfast” diventando addirittura concorrenti abusivi degli albergatori, che ne hanno denunciato la diffusione, e di chi esercita legalmente la ricettività osservando le innumerevoli normative, a partire dal divieto di scarico delle acque reflue, del resto assai difficile da controllare.
E purtroppo le attuali leggi rendono arduo distinguere tra “Boat & Breakfast” e “ Noleggio occasionale tra privati” oggi del tutto lecito.
Sembra quindi molto più razionale regolamentare e rendere economicamente vantaggioso organizzare chi comunque già viene nel nostro mare, organizzare, appunto,con investimenti infinitamente minori e con un comportamento ambientale teso a proteggerlo ed a salvaguardarlo ; al contrario, creare ex novo un porto turistico, vuol dire, prima di tutto, cementificare aree tra le più belle in assoluto, stravolgere gli assetti territoriali interessati e lo “status” dei malcapitati residenti coinvolti che, ammesso e concesso che le loro proprietà possano aumentare di valore, per realizzarlo si trovano costrette a venderle perdendo uno stile di vita altrove introvabile.
E c’è da scommettere che l’eventuale assegnatario di posto barca sarebbe giocoforza indotto, se non addirittura costretto, a mettere in atto il “Boat & breakfast”, attività che all’Elba non giova assolutamente.
Vittorio de’ Micheli Vitturi