Caro Sergio,
dopo anni di assenza, ti scrivo di nuovo.
Elbareport è ancora per chi vive o passa per l'Elba il luogo dove è possibile esprimere la propria percezione del territorio.
Il tempo passa, avvengono nuovi eventi, ma immutato resta l'amore per quest’isola.
"Vostra" per voi che ci siete nati, ma tanto anche "nostra" per noi che un giorno decidemmo di venire a viverci, lasciando lavori e città. Magari portandoci pure i nostri figli confidando in un territorio sano e sicuro dove farli crescere.
Oggi ti scrivo perchè un ragazzo in moto ieri pomeriggio, davanti alle terme di San Giovanni, sul primo rettilineo trafficato che collega Portoferraio verso Porto Azzurro, si è visto tranciare la strada da una macchina che veniva in senso opposto.
Per fortuna, mi rallegro, mi hanno detto che è vivo, una gamba spezzata.
Ma io me lo sentivo.
Da giorni andavo in bici la mattina, Portoferraio San Giovanni.
Mi ero portata apposta la bici per poter girare per l'Elba, ma in realtà l'ho usata solo per andare la mattina alle Terme.
Perchè?
Troppo pericoloso. Le strade sono piene di veicoli furenti che viaggiano come pazzi, non c'è nessuno spazio per i ciclisti che sono costretti a percorrere le strade a loro rischio e pericolo. Il lato delle strade oltre la linea di sicurezza pieno di fossi e buche.
Proprio due ore prima dicevo ad un amico: questa strada è pericolosissima, tornerò fra le canne a passerò dietro l'Euronics, ma rifare quella strada in bici é rischiare la vita.
No c’è un semaforo e se vuoi svoltare per entrare alle Terme, rischi ogni volta di essere travolto.
Due ore dopo, l’ennesimo incidente. Una mia amica mi ha detto che suo nipote vi morì proprio l'anno scorso.
Eppure pochi conoscono quest’oasi di calma, proprio di fronte a Portoferraio, una vista di struggente bellezza.
Nel golfo di Cosmopoli, visto che di lei stiamo parlando, assetto cinquecentesco, dovrebbe esserci una passeggio per pedoni e biciclette che colleghi tutta l’area, costeggiando il mare, illuminata. Sarebbe un’opera straordinaria, con passeggi, piccole piazzole, panchine, alberi.
Un luogo di rispetto, perchè chi viene qui non puó essere solo trattato come un pollo da spennare e poi ricacciare sulla nave dal quale è venuto.
Non è cosí che si fa turismo. Non è più cosi’ da anni ma qui alcuni sembrano non averlo capito ancora.
Non é così che la gente parlerà bene delle sue vacanze all'Elba.
Invece, al posto di un collegamento pacifico e sostenibile, senza asfalto, la proposta ora « per la crescita » sono la mega banchine per mega navi che faranno scendere ad ore mega quantità di umani dallo sguardo sudato e distratto, decisi a cogliere in modo rapido due ricordi da fotografare, una pizza e un gelato? Di che crescita stiamo parlando?
Ha senso impastarsi la bocca di progetti di nuova cementificazione di un 'area portuale che è giá orripilantecosì com'è, oltre che rovente, e non curarsi di mettere in sicurezza le strade che esistono e fare in modo che la gente haha già deciso di arrivare all'Elba non vi perda la vita?
No, a Portoferraio sembra prevalere un fato avverso e le scelte premiate sembrano sempre essere verso il più brutto, il più volgare, il più ignorante.
Le più rapide, quelle sulle quali si riflette meno, basta che facciano rapidamente cassa.
E non ne faccio una questione di destra o sinistra.
Invece dovremmo saperlo che esistono investimenti che magari non fanno arricchire sull’immediato ma sono veri redditi nel tempo.
Ristrutturare il proprio patrimonio archeologico, valorizzare ciò che c’è, fare piste ciclabili e pedonali, rendere un territorio fruibile in modo pacifico ed accogliente, renderà l’isola appetibile.
Ma forse qualcuno ha già deciso che l’Elba - o una sua parte - debba diventare una montagnosa Adriatico, con luna park di plastica e spiagge al silicone, ombrelloni fino all’ultimo centimetro di arenile, nulla di gratuito, nemmeno l’acqua?
Montagne di auto da scaricare, peggio per loro se non trovano parcheggio, l’importante è traghettarli tutti di qua?
Certo per qualcuno questo è indubbiamente crescita, ma sicuramente non per quest’isola e per i suoi abitanti che vivono di turismo.
Il turismo deve essere sostenibile. Nel senso che deve poter essere realizzato e sostenuto.
Come primo impatto a chi sbarca due edifici di cemento, un parcheggio, due supermercati supermercato, un antico edificio oramai fatiscente, una banchina di cemento rovente, una giostra di vetroresina, una zona industriale ferma al dopoguerra, nella piazza di Portoferraio due panchine di metalloperfette per farsi le cosce alla brace,non un albero per ripararsi.
E’ questo il progetto di sviluppo turistico di Portoferraio? E’ questa la visione di Cosmopoli?
Si può fare venire un turista all’Elba per mezza giornata? Ci sono le navette per portarli in giro?
Eppure sull'isola soluzioni diverse già ci sono.
Sul versante occidentale, da Marciana Marina in poi, osservo in questi giorni un altro turismo: ragazzini la sera che vanno a camminare in montagna per vedere le stelle, bambini che possono giocare in strade sicure, più ciclisti (anche se ancora troppo pochi.)
famigliole coppie felici di poter girare per il borgo ed avere panchine dove sedersi senza dover consumare, alberi sotto i quali ripararsi, spiagge libere dove distendersi.
Ho visto centinaia di persone di ogni nazionalità e età avventurarsi su per la fortezza pisana a vedere spettacoli in costume. C’era garbo. E c’era felicità.
Ho visto abitanti nei borghi lavorare insieme per condividere con il turista le loro passioni. Avveniva ad esempio alla festa di Santagabito a Marciana, a Poggio. O le serate di osservazione delle stelle a Marciana Marina. Io credo che quelle persone torneranno o parleranno bene dell’Elba. Perchè si sono sentite amate e rispettate.
La storia del turismo non è solo una storia di soldi, è una storia di amore.
Di chi ama quel che fa e che offre, e di chi accolto, ama il territorio e le persone che incontra.
Non dovremmo dimenticarcene. Se fai turismo solo per fare soldi, la gente lo sa, lo sente e non torna.
Non parlerà bene di te, in questo mondo super connesso.
Spero sempre che l’Elba scelga un giorno questa strada, perchè se la merita.
Se la meritano queste montagne, questi scogli, questi alberi e tutti gli abitanti che da generazioni sono state custodi e attrici di tanta bellezza e storia.
Spero che al posto di mega banchine, prevalga il buon senso ed i soldi vengano spesi per fare vere piste ciclabili, e strade sicure.
Avevo pensato una volta ad un’Isola di Qualità. Oggi più che mai dovremmo incamminarci verso un’Isola di Felicità.
Nicoletta Breglia