Dovrà difendersi dalla pesante accusa del reato di violenza sessuale un cittadino nigeriano senza fissa dimora che, la notte del 18 settembre scorso, ha violentato ripetutamente una sua connazionale.
Era la tarda mattinata successiva, quando la donna si presentava in caserma accompagnata da un altro nigeriano, spiegandodi essere stata violentata durante la notte da un ragazzo di colore che aveva conosciuto solo poche ore prima. L’accompagnatore aggiungeva di non conoscere quella ragazza, ma di averla vista piangere poco prima in un giardino pubblico di Portoferraio e di averla accompagnata in caserma solo per aiutarla nella traduzione.
Attivato immediatamente il “codice rosso”, approvato lo scorso mese di agosto dal Governo per contrastare la violenza sulle donne e sui minori, la donna era trasportata in ospedale per le cure sanitarie e i carabinieri del Nucleo Operativo avviavano una mirata attività investigativa per la ricerca delle fonti di prova.
L’intuito e l’esperienza degli investigatori durante il sopralluogo, eseguito nelle zone indicate dall’accompagnatore, consentiva subito di dubitare sull’affidabilità di quell’uomo, O.O.E. 47enne nigeriano che, non traducendo fedelmente il racconto della donna e portando i carabinieri in un luogo diverso da quello in cui si era invece concretizzata la violenza, veniva poi denunciato per il reato di favoreggiamento personale. Ascoltata infatti la vittima con un altro interprete, emergeva che la stessa era arrivata all’Elba solo il giorno prima in cerca di lavoro e aveva come suo unico punto di riferimento sull’isola proprio quell’uomo che aveva poi abusato di lei, al quale si sarebbe dovuta affidare come le era stato consigliato da alcuni parenti che vivono in continente. Dopo aver trascorso la serata con lei e con il suo amico (quello stesso ragazzo che l’aveva poi accompagnata in caserma), l’uomo l’aveva costretta a restare nel corso della notte all’interno di una stanza, abusivamente occupata in uno stabile abbandonato della zona portuale, che la donna non era in grado di indicare. Qui, in quel luogo maledetto, l’uomo aveva preteso di avere rapporti sessuali con lei, solo perché non in era grado di restituirle subito 30 Euro anticipati per farla arrivare all’Elba. Nonostante la donna lo supplicasse di non farle del male, anche per via di alcuni gravi problemi di salute che aveva avuto di recente, l’uomo l’aveva presa a schiaffi e, dopo averla spinta sul materasso con violenza, aveva abusato sessualmente di lei per tutta la notte.
La 25enne spiegava ancora in lacrime che, nonostante tutto, quell’uomo aveva continuato a pretendere la restituzione dei soldi e la stessa era stata costretta, all’alba, a contattare una sua amica in Lussemburgo per farsi spedire il denaro tramite circuiti di transazioni finanziarie, così da poterli restituire al suo aguzzino.
Una volta trovato dagli investigatori lo stabile interessato, identificato nell’ex palazzo Coppedé in zona portuale, gli uomini del Nucleo Operativo ricostruivano nel dettaglio la dinamica degli eventi, acquisendo nello specifico tracce di riscontro alle dichiarazioni rese dalla donna.
L’autore della violenza, Thompson Jerry, 30enne di origini nigeriane, identificato e rintracciato dai carabinieri elbani all’esito di incessanti ricerche, veniva sottoposto a fermo di indiziato di delitto e successivamente tradotto al carcere di Livorno, dove è rimasto anche dopo l’udienza di convalida che si è tenuta davanti al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Livorno nella giornata di sabato, 21 settembre scorso.