Due uomini, non nuovi alle cronache per vicende di giustizia, sono stati arrestati dai Carabinieri della Stazione di Porto Azzurro, venerdì scorso, per il possesso di un ingente quantitativo di droga, peraltro (dato di non poco conto) di rara purezza.
I due, V.C. 35enne e A.M. 34enne, di prima mattina, a bordo di un’automobile condotta da quest’ultimo, mentre percorrono una strada della circoscrizione portoazzurrina improvvisamente si ritrovano davanti, su un veicolo in marcia, una pattuglia dei Carabinieri del luogo che, dallo specchietto retrovisore, nota alcuni strani atteggiamenti degli occupanti del mezzo e riconoscendo il guidatore, decide di fermare l’auto per effettuare un controllo.
Ma i due, anticipando le intenzioni dei militari, proprio con la volontà di eludere l’ispezione, improvvisamente decidono di svoltare imboccando contromano una stradina comunale. I Carabinieri, pertanto, inseguono il mezzo sospetto, che nel frattempo ha difficoltà di transito per i veicoli che arrivano dal senso opposto. A questo punto per i sospetti non rimane altro che tentare la fuga a piedi, ma anche stavolta hanno la peggio per la prontezza dei militari che li bloccano appena scesi dal veicolo.
Dal controllo viene fuori subito un involucro contenente quasi 50 grammi di cocaina, occultato all’interno della giacca indossata dal passeggero e scatta l’arresto in flagranza per entrambi i compagni di disavventura.
Le successive analisi di laboratorio permetteranno di appurare la consistenza della sostanza che si rivelerà pura al 96%, facendo così paventare un’ eventuale immissione sul mercato elbano, a taglio e confezionamento avvenuto, di oltre 300 dosi.
Il dato tecnico è importante, considerato l’interesse dell’Arma di andare a colpire i canali di approvvigionamento delle sostanze proibite e quindi non si escludono riverberi importanti dell’ attività di approfondimento conseguente all’arresto di venerdì scorso.
I due rei, dopo le formalità di rito, sono stati accompagnati a Livorno ove hanno visto richiudersi alle loro spalle le porte delle celle del carcere delle “Sughere”, in attesa della udienza di convalida dell’arresto e del conseguente processo.