"La situazione nel carcere elbano è sotto controllo". Sono le parole di Francesco D'Anselmo, direttore della Casa di reclusione di Porto Azzurro, interpellato da Toscana Oggi.
Da ieri (8 marzo) si registrano proteste e rivolte in alcune carceri italiane, dovute soprattutto alla limitazione dei colloqui con familiari e amici per evitare il contagio. Del resto, in molti casi le carceri sono sovraffollate e i reclusi temono il contagio.
I colloqui sono una realtà importante per il detenuto che, in tal modo, può coltivare gli affetti. E il diritto all'affettività non può essere negato. Però, l'emergenza sanitaria richiede attenzioni per il bene di tutti.
"A Porto Azzurro - continua D'Anselmo - abbiamo avviato da circa tre anni i colloqui via skype. Una scelta, fra le prime in Italia, che oggi mostra la lungimiranza di quanti hanno dato vita a questa modalità di comunicazione". Skype, quindi, è uno strumento che oggi aiuta a prevenire le tensioni.
Ma la vera arma portata avanti dal direttore D'Anselmo e dai suoi collaboratori è il dialogo.
"Abbiamo sensibilizzato i reclusi, parlando non di divieto dei colloqui in presenza ma cercando di dissuaderli perché in questo momento è conveniente per tutti: per loro stessi, per i familiari e per il personale. Devo dire che abbiamo avuto un buon riscontro".
Attualmente sono circa 400 i detenuti, appena superiori alla capienza regolamentare.
Il presidio sanitario funziona 24 ore su 24 con medici ed infermieri e il coordinatore medico è molto presente. Per ora non si sono registrati problemi in ordine all'emergenza virus e la situazione è costantemente e puntualmente monitorata. Anche grazie alla tenda per il pretriage montata all'ingresso del penitenziario.
Il personale che opera nella Casa di reclusione è, dice il direttore, "preoccupato come lo sono tutti i cittadini, ma senza ansia e con grande spirito collaborativo".
Dialogo, responsabilizzazione, collaborazione... sono le parole chiave della realtà di Porto Azzurro che "è stato, è e sarà sempre un 'carcere della speranza'", conclude D'Anselmo.
Nunzio Marotti - [sul prossimo numero del settimanale Toscana Oggi]