Tragedia sventata, nel pomeriggio, nel carcere di Porto Azzurro. Gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno salvato la vita ad un detenuto che ha rischiato di morire in conseguenza delle ustioni riportate dalla bomboletta del gas che deteneva in cella. Ne da notizia il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del Segretario nazionale Pasquale Salemme:
“Alle ore 15,30, circa un detenuto di nazionalità italiana è rimasto gravemente ustionato in un’incidente causato dal fornello a gas mentre era intento alla preparazione del cibo. Il pronto intervento degli agenti in servizio, intervenuti con professionalità, ha scongiurato conseguenze peggiori e il propagarsi dell’incendio nella Sezione deteniotva. Un plauso anche al personale medico e paramedico dell’istituto insulare che intervenuto prontamente stabilizzava l’utente e immediatamente allertava i soccorsi del 118 i quali propendevano per l’invio con elisoccorso presso il nosocomio di Pisa. Da tempo solleviamo all’Amministrazione la pericolosità dei fornelli da campeggio utilizzati per la preparazione dei pasti e che di sovente vengono impiegati impropriamente, ma anche per questa situazione rimaniamo inascoltati nonostante continuano a verificarsi incidenti e suicidi con tali strumenti . Un plauso al lavoro svolto sempre con abnegazione e professionalità dal personale in servizio nel carcere di Porto Azzurro al quale si auspica un riconoscimento formale da parte dell’Amministrazione penitenziaria”.
Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo dei Baschi Azzurri, “l’uomo ha rischiato la vita dopo avere usato in cella la bomboletta che legittimamente i detenuti posseggono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande. Il grave episodio avvenuto nel carcere di Porto Azzurro, che non ha avuto un tragico epilogo grazie all’attenzione ed alla prontezza del personale di Polizia penitenziaria, riporta drammaticamente d’attualità la grave situazione penitenziaria, specie nel carcere comasco dove i poliziotti penitenziari lavorano sotto organico e ricoprendo più posti di servizio contemporaneamente. E il fatto che l’uomo si sia ustionato con la bomboletta che tutti i reclusi legittimamente detengono per cucinarsi e riscaldarsi cibi e bevande, come prevede il regolamento penitenziario, deve fare seriamente riflettere sulle modalità di utilizzo e di possesso di questi oggetti nelle celle. Ogni detenuto può disporre di queste bombolette di gas, che però spesso servono o come oggetto atto ad offendere contro i poliziotti, come ‘sballo’ inalandone il gas o come veicolo suicidario. Già da tempo, come primo Sindacato della Polizia Penitenziaria, il SAPPE ha sollecitato i vertici del DAP per rivedere il regolamento penitenziario, al fine di organizzare diversamente l’uso e il possesso delle bombolette di gas”.
“Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 21mila tentati suicidi ed impedito che quasi 170mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”, conclude Capece. Il SAPPE mette in evidenza che “nel sistema penitenziario toscano oggi si registrano gravi episodi di violenza ed aggressione ai nostri agenti; le situazioni strutturali sono al collasso; gli eventi critici sono costanti e continui, come le colluttazioni, i ferimenti, le aggressioni, i tentati suicidi. E questo non garantisce affatto da un lato la certezza della pena detentiva e dall’altro le attività trattamentali di rieducazione del reo”. Da qui il rinnovo dell’invito al Guardasigilli Bonafede di trovare una soluzione urgente ai problemi penitenziari toscani ed italiani.
Pasquale Amato