A quanto pare, all’Isola d’Elba pare il post elezioni regionali – nelle quali ha stravinto il centro-destra – ha “liberato” qualche sindaco dal silenzio sul tema cinghiali imposto dalle diverse forze politiche, con il PD imbarazzato per aver proposto e votato l’Area vocata al cinghiale e con il centro-destra che non voleva deludere i cacciatori che lo hanno votato in massa. Ora, dopo il sindaco di Marciana Simone Barbi, PD ma a capo di una lista civica dove ci sono anche uomini della Lega, è la volta di Davide Montauti, a capo di una lista di centro destra e che ha appoggiato l’elezione del leghista Marco Landi in Consigli regionale, che in un comunicato sottolinea che «Nel mio comune sono anni che combattiamo una battaglia quotidiana contro i cinghiali. Concordo con quello che ha detto e scritto il sindaco di Marciana, Simone Barbi, e ribadisco la necessità che tutti i comuni dell’Elba vadano nella stessa direzione. Dobbiamo trovare una soluzione rapida ed efficace perché i danni sono sempre più seri ed evidenti. I nostri uffici raccolgono ogni giorno le lamentele dei nostri concittadini che vedono andare distrutti orti, sentieri, vigne. Quest’estate i turisti hanno più volte segnalato di aver incontrato gruppi di cinghiali per le vie prossime del Paese. C’è anche un problema relativo alla sicurezza, perché si sono registrati incidenti che hanno avuto come causa gli ungulati. Come sindaco del comune di Campo nell’Elba non posso che condividere una linea comune che vada nella direzione di risolvere definitivamente il problema».
Riprendendo alcuni concetti ribaditi da Legambiente Arcipelago Toscano, Montauti scrive che «La soluzione deve essere meno cruenta e più veloce possibile e sono gli esperti che devono indicare quale è la via migliore. La mia priorità oggi è quella di proteggere il territorio che amministro, il suo paesaggio, le realtà agricole, gli ecosistemi messi a rischio dai cinghiali e, purtroppo, se il problema non si risolve, proteggere anche i miei concittadini».
«Grande plauso al sindaco di Marciana Simone Barbi, che ha chiesto l’abolizione dell’area vocata al cinghiale all’Isola d’Elba, istituita dalla Regione Toscana su evidenti pressione dei cacciatori» arriva anche, a nome di Confagricoltura e Consorzio dei Produttori Vini DOC, da Italo Sapere, fino a poche settimane fa assessore nella giunta di centro-destra di Capoliveri che vedeva come sindaco Andrea Gelsi, uno dei massimi esponenti delle associazioni venatorie e dei cinghialai elbani, e come vicesindaco Ruggero Barbetti, candidato non eletto di Fratelli d’Italia al Consiglio Regionale. Una giunta che il TAR della Toscana ha dichiarato illegittimamente eletta e che è stata sostituita da una compagine civica con alla testa Walter Montagna, che pochi giorni prima delle elezioni ha dichiarato il suo voto per la candidata in regione di Fratelli d’Italia Marcella Amadio.
Secondo Sapere, «La paura di perdere consensi tra le associazioni venatorie ha fatto perdere di vista la difesa dell’economia agraria e turistica e della biodiversità. Auguriamoci che i nuovi membri del Consiglio Regionale, molti dei quali rieletti, abbiano almeno il coraggio di correggere il clamoroso errore fatto, dichiarando così l’Elba “zona NON vocata” al cinghiale.
In nome dell’Associazione di categoria che rappresenta e dei produttori vini DOC dell’Elba, l’ex assessore capoliverese scrive che «vorremmo prima di tutto evidenziare che le popolazioni di “cinghiali” hanno subito nel tempo l’apporto di esemplari di maiali rinselvatichiti. La popolazione ibrida attuale, dotata di grande adattabilità e di elevata potenzialità riproduttiva, provoca danni enormi alle colture agricole, alla biodiversità ed in particolare all’assetto idrogeologico. Riteniamo che: all’Elba non possano coesistere aree vocate per la gestione conservativa dei cinghiali accanto a zone non vocate, sotto la tutela del Parco Nazionale, visti gli impatti che questa specie provoca su flora, agricoltura, viticoltura e non ultimo sulla sicurezza stradale. Debba essere adeguato il contesto normativo regionale, per dare la priorità alla conservazione dell’assetto idrogeologico, alla protezione delle colture agricole ed alla protezione della biodiversità».
Sapere ricorda che «Da studi fatti e pubblicati su molte riviste scientifiche è stato dimostrato che laddove esiste una forte pressione della caccia, la popolazione di cinghiali non diminuisce affatto, ma (sembra assurdo) aumenta la densità, aumentando l’estro e la prolificità delle femmine. Inoltre la caccia provoca la destrutturazione delle famiglie e i piccoli trovandosi soli vanno alla ricerca di cibi più facilmente reperibili, aumentando così il danno alle colture agrarie. Questo è quello che si sta verificando all’isola, dopo oltre vent’anni, se tracciamo un bilancio, dopo un costante “prelievo” venatorio della specie, siamo arrivati oggi ad una incontrollata proliferazione sempre più insostenibile. Dobbiamo avere il coraggio di ammettere che la gestione venatoria si è rivelata fallimentare. L’amministrazione di Marciana ha dimostrato coraggio, ascoltando la maggioranza degli elbani, che non vuole essere più vittima di una politica a favore di una manciata di cacciatori. Ci auguriamo che anche le altre Amministrazioni elbane perseguano concreti piani di abbattimento di questa popolazione ibrida con l’obiettivo della sua eradicazione dal territorio elbano».
Apprezzamento per l’iniziativa di Barbi arriva anche da Elba Consapevole, una delle 7 associazioni che avevano sottoscritto l’appello elettorale per l’eradicazione degli ungulati all’Elba raccolto solo dal candidato di Sinistra Civica Ecologista Mario Pintore e che ora sembra piacere molto anche a esponenti del PD e della destra.
Riguardo al sindaco marcianese Barbi, Elba Consapevole scrive che «Sarà che il suo lavoro lo porta ad essere quotidianamente a contatto con la spina dorsale dell’economia: l’imprenditoria dell’isola d’Elba.
Anche il fatto di non essere legato ad un’Amministrazione che deve rispondere ad un partito, gli consente di muoversi più liberamente. Forse la responsabilità di amministrare il comune territorialmente più esteso e boscoso dell’isola con al centro la montagna più alta dell’Arcipelago Toscano e una complessità biologica unica nel Mediterraneo, insieme ad un antico e persino antichissimo retaggio paesaggistico, agricolo e archeologico. O forse semplicemente il buon senso, hanno finalmente spinto l’Amministrazione Comunale di Marciana, con alla testa il Sindaco Simone Barbi, ad agire in nome del futuro, anziché delle prossime scadenze elettorali».
L’associazione elbana prosegue: «Qualcuno dirà che sono arrivati troppo tardi; altri che era meglio lasciare le cose come sono. Vorremmo far sapere a entrambe le categorie che il ruolo di chi gestisce i beni comuni è primariamente di promuovere un’economia in grado di sostenere la comunità locale non soltanto nel qui e ora, ma di permettere la stessa opportunità alle future generazioni. Paolo Ferruzzi nel suo bel libro “Jovis, Storia di una comunità dell’Elba”, ricorda che 900 anni fa, un verbale del Consiglio degli Anziani riporta come la comunità di Poggio (nel comune dell’attuale Marciana), decise di piantare 900 alberi di “Maroni” (castagni) “affinché le prossime generazioni abbiano di che nutrirsi durante l’inverno”. Infatti chi piantasse oggi un castagno dovrebbe aspettare molti decenni prima di coglierne i frutti, saranno i figli a farlo, ma a loro volta dovranno pensare a mantenere un’economia per i propri figli. Questa in breve è l’economia sostenibile».
Elba Consapevole conclude: «Due settimane fa, insieme ad altre sei associazioni elbane, abbiamo inviato a tutti i sindaci e ai candidati alle elezioni regionali, la richiesta di occuparsi del futuro della nostra isola, partendo dalla tutela del patrimonio naturale e culturale, ci fa piacere constatare che questa Amministrazione si stia muovendo in questa direzione. I nostri complimenti all’Amministrazione di Marciana per aver recuperato il meglio della loro tradizione».
Ora, visto che si annunciano iniziative simili in altri Comini elbani, sarà curioso vedere come reagirà il PD che si è assunto l’onere di aver dichiarato l’Elba area vocata per il cinghiale e la destra di Fratelli d’Italia e la Lega – che ha eletto un elbano in consiglio regionale – che hanno preso i voti dei cacciatori promettendo non solo il mantenimento dell’area vocata ma addirittura che, con la vittoria della Ceccardi in Toscana, i cacciatori avrebbero potuto andare a cacciare cinghiali anche dentro il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. La Ceccardi non ha vinto in Toscana, Giani ha perso all’Elba e ora i sindaci di diverso colore chiedono che venga fatto il contrario di quanto approvato e promesso.