Gentilissimo direttore della struttura ospedaliera dell'Isola d'Elba,
sono un malato di SLA. Non importa il mio nome, uno dei pochi elbani malati di questa orrenda malattia.
Passiamo gli ultimi anni della nostra vita lottando, con zero probabilità di sopravvivenza. Io sono uno dei fortunati è dal 2009 o sfortunati, tenendo conto che ogni giorno assisto alla perdita di un pezzettino di me stesso in un ambiente familiare di privazioni e sacrifici.
Con il covid si sono aggiunte ancora, una ridotta assistenza sanitaria, preoccupazoni, timori e solitudine. In quest'ultimo anno mai sono andato ai controlli trimestrali è dal ottobre 2019. Preoccupazioni, non tanto io per il mio stato di salute, per i familiari o la badante, perchè dove trovavano, in quelle poche ore andando fuori spensieratezza... ora trovano ansie, pregando di non diventare veicoli inconsapevoli di un nemico invisibile. Solitudine perchè quei pochi amici che venivano a trovarmi non vengono più.
Un malato con questa patologia, scarsa saturazione, prende il covid è la fine, SE POI ISOLANO, è matematico che passi gli ultimi giorni della sua vita in un centro covid "italiano"..... UN VIAGGIO SENZA RITORNO.
Le scrivo per questo, se si potesse valutare la decisione di VACCINARE I MALATI DI SLA DELL'ISOLA D'ELBA (chi vorrà). Pochissime dosi, forse ricavate dalle categorie vaccinabili a priorità? Qualcuno di categoria rinuncerà al vaccino?
Auguro un buon Natale e felice anno nuovo, a lei, al personale dell'ospedale di Portoferraio e in special modo a tutti i malati di covid elbani.
Fiducioso in una Vostra riflessione.
Distinti saluti
Mario Rossi (nome di fantasia)