Un lettore ci scrive per segnalare quanto avviene a Piombino da quando è scoppiata la pandemia.
“Ho aspettato un anno per parlare – racconta il lettore- Sono un elbano/romano, residente sull’isola e che per gravi motivi di salute devo spesso recarmi a Roma. La mia patologia mi impone più di altri di dovere tenere sempre alta l’attenzione e cercare di evitare di prendere il virus che potrebbe essermi letale.
Ebbene dopo l’ultimo viaggio di ritorno, dopo avere fatto le cure nella capitale non ho potuto esimermi da scrivere questa lettera alla stampa.
Arrivato a Piombino – continua il lettore - ho preso la nave delle 19.00 che era veramente piena, nessuno ha misurato la febbre a nessuno, tutti assembrati nei saloni, mascherine si e no. A quel punto chiedo al personale marittimo se era possibile rimanere in auto nel garage e anche questo mi viene negato. Ho fatto delle domande, a proposito della misurazione della temperatura e mi è stato risposto che la misuravano su altre navi, ho chiesto come mai non potevo rimanere in macchina e mi è stato risposto per motivi di sicurezza, ma la sicurezza anti Covid? i distanziamenti?
Sono veramente avvilito e arrabbiato – continua il lettore - ora che la Sardegna è zona bianca, grazie alla saggezza dei suoi amministratori, non potremmo anche noi adottare le misure che già si applicano per entrare nell’isola? Cosa serve? perchè i nostri amministratori non si adoperano per tale operazione?
Controllare le città non è facile – continua nella lettera il lettore - ma controllare un’isola si.
Io - conclude – amo, l’isola ma davvero, il mio sogno a prescindere dalle mie esigenze, è quello di vedere un’isola Covid Free grazie alla lungimiranza degli amministratori che non dovrebbero dipendere da Piombino o Livorno, (province, enti, Autorità Portuali o regione) che dovrebbero combattere le ingiustizie che gli isolani soffrono quasi quotidianamente.
Sogno un partito per la tutela dell’isola d’Elba e so che non è utopia, non è detto che un giorno non lo proponga.
MC