Per noi giovani scapestrati Teresa era semplicemente Teresa della Tana, quella che aveva aperto un minuscolo bar con quel nome in via Santa Chiara, sempre affollato e che gestiva con autoritaria bontà, pronta a buttarci fuori quando esageravamo o a non darci un altro bicchiere quando il livello alcoolico si alzava troppo.
Era la nostra sorella più grande che dispensava ammonimenti e consigli con la sua voce roca, che ci smontava con la sua risata forte, che ci spediva a casa chiudendo baracca e burattini quando era l’ora.
Teresa era una donna appassionata e libera, una donna che aveva la passione della letteratura, della cucina e della politica e una lingua che non si poteva fermare e che politicamente era un ordigno innescato.
Era una donna di sinistra che amava l’ambiente, sempre interessata agli altri, sempre pronta a dare una mano.
E la strana coppia tra un terremoto come lei e la calma serafica di Lando era come il completamento degli opposti che si attraggono e che, come tutti i miscugli riusciti, hanno dato vita a una figliola meravigliosa e intelligente, Valentina, e a un bar, quello della Porta, che a Marciana è diventato anche un’istituzione culturale.
Teresa, che solo dopo un po’ scoprimmo che di cognome faceva Torrisi, era un’elbana migrante di paese in paese e che nella vallata tra Marciana e Marciana Marina ha trovato la sua casa, il suo rifugio e la sua pace. Anche quella magnifica pace che dimostrava nell’ultimo periodo della sua vita, convinta, nonostante la malattia, di aver vissuto una vita piena, di passioni non sempre ben corriposte, ma senza le quali la vita non ha gusto e ti lascia partire con l’amaro in bocca del non tentato, di una prudenza di vivere che diventa vigliaccheria.
E Teresa, imprudente e a volte impudente, Teresa viaggiatrice, non si è mai risparmiata il coraggio, buttandosi a volte in avventure politiche dalle quali usciva spesso ammaccata.
Teresa è stata una mia amica e compagna e ne sono fiero. Mi mancherà sentirla dire: “c’è anche il Mazzantini” e poi sentirla ridere forte, come fanno le donne forti del popolo.
Umberto Mazzantini