Vogliamo anche noi, come associazione politica che si sforza di rappresentare una parte di popolazione che ci pare sempre più delusa dagli attuali attori locali e non, scrivere relativamente alla situazione del gruppo Onorato, osservando come i contorni della vicenda, se è vero quello che si legge sulla stampa, non ci pare proprio che possano lasciare spazio ad interventi pubblici diversi dal sottrarre servizio ed eventualmente azienda alla prosecuzione di tali pratiche.
Ci riferiamo, sempre stando a quando riportato dalla stampa, alle spese per le sfide sportive, per le ville di lusso, per i jet privati, allo spostamento, o mancato spostamento, di poste di bilancio tra le compagnie pubblico-privata, ma, soprattutto, alle spese a beneficio di partiti, uomini politici et similia.
Proprio quest'ultima voce dovrebbe, semmai, imporre alla politica di stare alla larga dalle vicende della compagnia. Ci mancherebbe un altro caso Alitalia, a vantaggio, questa volta , del privato milionario.
Però una cosa la politica la deve fare assolutamente: preoccuparsi della sorte del servizio di trasporto pubblico ed anche di quello privato, visto che non si svolge in regime di libera concorrenza ma è contingentato tramite l'assegnazione degli slot. La politica, tramite i sindaci locali, deve rappresentare presso la Regione Toscana e l'Autorità di sistema questa preoccupazione, e chiedere che venga verificato se esistono le condizioni per mantenere l'assetto attuale delle concessioni ovvero non sia il caso di rimettere tutto in discussione al fine di addivenire, quanto prima, a soluzioni chiare e durature, che offrano ai cittadini e ai viaggiatori in genere le migliori condizioni per usufruire di un servizio di qualità che rappresenta, forse è il caso di ricordarlo, una modalità di esplicazione del diritto, costituzionalmente garantito, di libera circolazione.
Siamo certi, al di là dei seimila dipendenti, che i lavoratori in genere avranno più futuro se la politica fa il proprio lavoro in modo chiaro e trasparente, promuovendo un mercato altrettanto chiaro e trasparente. Se poi vogliamo ragionare localmente è sotto gli occhi di tutti come, con la cessione (a nostro avviso scellerata) della compagnia regionale di navigazione, i posti di lavoro per gli elbani si siano ridotti, laddove prima si pescava a piene mani dalle nostre marinerie (peraltro proprio tra le famiglie dei comuni con maggiore tradizione, come Marina di Campo o Rio Marina).
Insomma, di levate di scudi come quelle recentemente lette ci pare di non avere proprio bisogno, mentre è indispensabile un atteggiamento proattivo dei sindaci verso una soluzione che guardi al presente, ma soprattutto al futuro, nell'ottica del servizio e dell'utenza prima che degli interessi dei vettori, anche perché, nonostante le evidenti difficoltà invernali, siamo certi che, quanto ad appetibilità della tratta, con i numeri estivi ce ne sia abbastanza per dare lavoro e per ingrassare le tasche (come parrebbe avvenuto fino ad oggi).
Associazione Responsabilità in comune