Se dovessi scrivere una lettera accorata, la scriverei al sindaco di Porto Azzurro che si è preso la briga di cambiare la sabbia di una spiaggia e già che c'era ne ha cambiato anche il colore da rosso a bianco.
Chissà magari il colore rosso gli dava fastidio, gli ricordava troppo il colore delle bandiere rosse.
La lettera la scriverei anche a quei cittadini che lo hanno fatto diventare Sindaco.
Vorrei infatti ricordare loro che una spiaggia, per diventare tale, ha impiegato una quantità di tempo incredibile, parliamo di milioni di anni!
Si perché la sabbia che trovate nelle spiagge è il frutto di una erosione che c'è stata sin dal principio di tutto.
Parlando dell'Isola d'Elba, parliamo del Pliocene inferiore ovvero circa 5,2 milioni di anni fa.
Ecco questa lunga storia geologica ad un certo punto, per volere di "qualcuno", si interrompe e cambia in un tempo brevissimo, ovvero il tempo di ricoprirla con altra sabbia che viene da chissà dove.
Perché è così che purtroppo succede: un luogo ha impiegato un lunghissimo tempo per venire a crearsi ed ad un certo punto "Puff" e tutto cambia completamente.
Ora vi sorprenderà forse sapere che per fare un intervento del genere saranno stati necessari anche parecchi soldini. Soldi vostri cari cittadini, soldi che se impiegati per qualcosa, necessariamente poi non ci saranno anche per altri servizi.
Senza contare poi che alle prime mareggiate serie, che ovviamente prima o poi ci saranno, tutti quei soldi mal spesi faranno davvero un brutta fine.
Tutto questo per suggerirvi, cari cittadini di Porto Azzurro, una sola cosa: quando passerete davanti a quella spiaggia ormai bianca, ricordatevi di chiedere a voi stessi se siete contenti o meno di aver contribuito, nel vostro piccolo, a questo drastico e repentino cambiamento.
Così, solo per vedere l'effetto che fa cercate per un solo momento di capire quanti siano 5 milioni di anni e poi chiedevi anche se è giusto o meno che i figli dei vostri figli un giorno non debbano più avere la possibilità di vedere un luogo così come la natura lo aveva voluto plasmare.
L'ho già citata in passato questa frase che viene dagli antichi indiani d'America e la ripeterò fino alla fine: "La terra non è un'eredità ricevuta dai nostri Padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli".
Marco Cesareo