Le “magnifiche sorti e progressive” del porta a porta ovvero perche questo sistema non può funzionare nei centri rurali elbani.
Dopo una furiosa sciroccata si sono potute vedere l'altra notte nei piccoli centri e campagne del litorale occidentale i funesti esiti di un metodo di raccolta che seppur teoricamente virtuoso non è applicabile così come pensato alcuni anni orsono dall'alto di una superconsulenza, pagata con le tasse dei contribuenti, per i centri dove imperversano violenti fenomeni metereologici ed animali selvatici (topi, gatti, cinghiali, cani randagi). Rifiuti (nello specifico plastica) fuoriusciti dagli appositi sacchetti dell'ESA e sparsi ai limiti dei boschi, della macchia e delle spiagge del versante occidentale marcianese.
Si sono reiterate in questi anni civili segnalazioni e suggerimenti costruttivi da parte della cittadinanza; tuttavia le amministrazioni hanno sempre voluto controbattere come questo fosse il più ecologico dei sistemi e come non fosse auspicabile tornare al vecchio (tramite cassonetti). Le segnalazioni sul malfunzionamento in questione sono spesso partite dagli stessi operatori ecologici a quanto ci è stato comunicato.
Ci chiediamo per l'ennesima volta se non sia immaginabile un compromesso tra i due procedimenti di raccolta.
Voglio ricordare che in prestigiose città come ad esempio Firenze si faccia ricorso a diversi sistemi complementari in tal senso.
Lanciamo, dunque, l’ennesimo appello a tutti quegli amministratori che abbiano davvero a cuore la tenuta ecologica dell'Elba affinché intervengano coscienziosamente per migliorare tale servizio considerando, peraltro, come il turista mordi e fuggi non riesca o peggio ancora non voglia spesso stare aggiornato sul calendario di raccolta.