Neppure una settimana fa, Domenica il 9 Giugno, appariva sulle nostre pagine elettroniche un lungo servizio redatto da Legambiente relativo ad una operazione del Corpo Forestale dello Stato condotta in località Galenzana, che aveva portato al sequestro di un cantiere di lavoro relativo alla trasformazione di un modesto rudere in una villa, per il quale peraltro era stata realizzata una strada di accesso in assenza delle regolari autorizzazioni. http://www.elbareport.it/cronaca/item/4878-galenzana-sequestrato-%E2%80%9Dampliamento%E2%80%9D-del-rudere-sulla-costa
La vicenda era stata segnalata più di sei mesi fa all'Amministrazione Comunale di Marina di Campo, e sei giorni fa gli ambientalisti del Cigno Verde, tra l'altro, scrivevano:
Legambiente aveva già chiesto chiarimenti al Comune di Campo nell’Elba il 12 dicembre 2012, ma la risposta è stata tardiva ed i lavori sono andati avanti per mesi. Il sequestro eseguito dalla Forestale mette in luce non solo che l’”ampliamento” è molto più grande del piccolo rudere originario, ma anche altri lavori di spostamenti di roccia e terreno e la realizzazione di una grossa platea di cemento praticamente a picco sulla costa.
Il Comune di Campo nell’Elba rispondendo alle nostre segnalazioni scrive che quei lavori di ampliamento, sospesi dal Comune per verifiche, pur avendo il parere favorevole della Commissione Paesaggio, il nulla osta della Soprintendenza, l’autorizzazione paesaggistica e quella ai fini del vincolo idrogeologico, sono iniziati senza la necessaria autorizzazione ai fini demaniali marittimi che è arrivata solo il 28 gennaio 2013, cioè quasi due mesi dopo la nostra prima segnalazione ed a lavori già abbondantemente avanzati. Solo allora il progetto ha avuto tutte le autorizzazioni necessarie. Quindi il Comune il 30 marzo 2013 aveva revocato la sospensione dei lavori che vedono come progettista l’Architetto Federico Mazzei.
L'elemento di novità delle ultime ore in una vicenda urbanistica, quanto meno pasticciata, è il fatto che in relazione a quanto accaduto a Galenzana la Procura della Repubblica ha emesso ben 6 avvisi di garanzia, nei confronti di altrettante persone coinvolte a vario titolo nell'operazione di ristrutturazione dell'immobile posto sotto sequestro dal CFS.
Non siamo ancora a conoscenza di quali siano i fatti contestati dal P.M. incaricato di seguire il caso ai diversi soggetti coinvolti, ma appare chiaro a questo punto che le ipotesi di violazione delle norme non siano proprio di lieve entità, come sostenevano, appunto, gli ambientalisti.