Si torna a parlare di Fausta Bonino, l'infermiera che il 30 marzo 2016 venne arrestata con l'accusa di omicidio volontario plurimo in relazione ai decessi (13, poi diventati 14 e ridotti a 10 alla chiusura delle indagini) nel reparto di rianimazione all’ospedale di Piombino dove lavorava.
Si attendeva a breve una conclusione del processo di appello, ma l’avvocato della Bonino, Vinicio Nardo, ha chiesto alla Corte di acquisire nuove testimonianze. La richiesta è stata accolta e quindi la prossima udienza slitta al 24 novembre.
Sono quattro i testimoni che verranno riascoltati (avevano reso testimonianza nel processo civile ma le loro affermazioni però non sono mai state valutate in sede penale). Secondo l'avvocato la loro testimonianza potrebbe demolire uno dei presupposti su cui si è fondata la sentenza di condanna di primo grado, ossia che dal reparto si potesse entrare e uscire solo strisciando il badge.
L'infermiera nell'aprile del 2019, è stata condannata, in primo grado con rito abbreviato, all’ergastolo per quattro delle morti sospette e assolta per altri sei casi.
Nel processo di appello il procuratore generale ha chiesto la condanna sempre all’ergastolo, ma per nove dei dieci casi contestati.
Si sarà quindi da attendere ancora per la sentenza, e la Bonino, presente all’udienza alla corte di appello di Firenze, continua a proclamarsi innocente.