La prima volta che incontrai Fabio Picchi fu nell’agosto del 1979. Io quell’anno, sposato da pochi mesi e dopo avere ottenuto il ruolo di insegnante alla scuola alberghiera, volli godermi le ferie estive.
Comunque davo lo stesso una mano a mio suocero nella bottega di commestibili di Schiopparello .
Un giorno mentre ero dietro il banco di salumi, vedo arrivare un giovanotto tutto abbronzato con i pantaloncini bagnati di acqua di mare, con ancora qualche alga appiccicata, che dopo avere scelto i meloni nelle ceste della frutta locale, si avvicina e mi chiede un paio d’etti di prosciutto “San Daniele”.
A quella richiesta rispondo in modo gentile, ma un po’ meravigliato. Dicendogli: - qui non abbiamo quel tipo di prosciutto, abbiamo solo quello toscano e d’estate anche quello di Parma. Sa questa è una bottega di campagna! -
Vidi che non digerì bene questa risposta, dicendomi: -per questa volta mi accontenterò di quello toscano, ma che sia buono! - Gli dissi che se non gli fosse piaciuto la prossima volta lo avrei rimborsato.
Per tutto il tempo che rimase in vacanza, ogni giorno venne a prendere i due etti di prosciutto toscano e i meloni dello Schiopparello!
Da allora ci siamo incontrati varie volte all’Elba, dove Lui veniva spesso in vacanza, o a Firenze, al mercato di Sant’ Ambrogio.
Il nostro dialogo finiva sempre lì, nella passione che ci accomunava: la cucina in tutte le sue sfaccettature.
L’ ultima volta che ci siamo incontrati è stato lo scorso settembre a Livorno, ospiti della manifestazione “Cacciucco Pride” dove Lui ed io, con Firenze nel cuore e l’amore per l’Elba, raccontammo le nostre versioni un po’ diverse, ma con la stessa passione.
Che questa passione Ti accompagni ancora e che i profumi della ribollita, del lampredotto e del cacciucco renda lieve il tuo ultimo viaggio nell’Infinito.
Ciao Fabio!
Alvaro Claudi