Rischia di creare un bel po’ di problemi (anche perché arriva con indagini giudiziarie in corso) la lettera inviata il 24 aprile al sindaco del Comune di Marciana Marina dal Consorzio “Marina di Marciana” che ha come oggetto il “contratto di servizio e si affidamento stipulato in data 13/o6/2011”, dopo la contestatissima gara per l’affidamento del Porto.
La lettera (che risulta protocollata il 30 aprile) fa riferimento ad un “incontro formale” avvenuto il 5 aprile tra Consorzio e Comune “al fine di una verifica congiunta del disequilibrio economico-finanziario del piano posto in essere in fase di gara per la stipula del contratto di cui sopra, nell’ottica della possibilità di dare continuità al servizio affidato” e “Marina di Marciana” allega una prima bozza di protocollo d’intesa ra le parti “sulla base di quanto presentato, discusso e condiviso”. La gara per l’affidamento triennale della gestione del porto marinese era stata vinta da un’ATI (Associazione temporanea di imprese) composta dalla Portofino Servizi Turistici Srl, Circolo della Vela di Marciana Marina e Società Gestione Eventi Srl di Genova, poi diventata Fondo consortile “Marina di Marciana”, che era prevalsa con una offerta molto alta sui concorrenti, compreso un consorzio di operatori marinesi.
Il piano economico vincente, basandosi sui dati forniti dall’amministrazione comunale, considerando il valore della concessione pubblica in un milione di euro e in base le are disponibili secondo le concessioni demaniali, prevede va un canone annuo di 696.000 euro in rate semestrali anticipate. Il 13 giugno 2011, dopo l’aggiudicazione della gara, Comune e Consorzio hanno firmato il “Contratto di servizio di affidamento triennale”.
Ma la “Marina di Marciana” afferma di aver subito segnalato al Comune “alcune importanti discrasie tra Disciplinare Tecnico e Concessione Demaniale 307” che riguardavano il posizionamento di una paranza da 20 m e di “specifiche unità con prezzi calmierati rispetto alle tariffe in uso”.
Inoltre l’utilizzo del “Moletto del Pesce”, cioè quello contiguo alla spiaggia della Marina, era privo “di ogni genere di utenze”in aperto contrasto con la determinazione dirigenziale sui generatori a bordo” e “inoltre il fondale prospiciente allo stesso Moletto non presenta dei requisiti tali da garantire in piena sicurezza l’ormeggio di imbarcazioni della metratura prevista, poiché il pescaggio verificato e verificabile è insufficiente all’accosto delle navi”. Inoltre il consorzio dice di aver «immediatamente segnalato alla Pubblica Amministrazione l’inadeguatezza degli impianti elettrici ed idrici di tutte le zone portuali anche solo per la normale attività dei posti dii ormeggio”.
Un quadretto non proprio edificante per un “approdo turistico” che come si legge all’ingresso del paese ha ricevuto la “Bandiera Blu”,. Ma leggendo le rimostranze del Consorzio “Marina di Marciana”, al quale partecipano persone alle quali questa situazione doveva essere ben nota, viene da chiedersi perché allora si sia fatta una proposta finanziaria così alta e che molti esperti del settore giudicavano già eccessiva in condizioni ottimali.
Infatti il consorzio dice che questo ha «danneggiato gravemente” la sua attività «per l’impossibilità di di commercializzazione degli unici posti barca per navi di grandi dimensioni (30 metri) a fianco alle unità di pesca» che per l’impossibilità di commercializzazione dell’ormeggio al Moletto del Pesce . Inoltre ci sarebbero state “lamentele/richieste di rimborso degli utenti che non hanno potuto usufruire dei servizi elettrici ed idrici”.
Quindi il Consorzio, “al termine del primo periodo di gestione ha rilevato che il valore presunto delle concessioni dichiarate” dal Comune in fase di gara (Un milione di euro) “è assolutamente non corrispondente al volume fatturato raggiunto, ovvero euro 534.826,24”.
Il Consorzio scrive anche che la tariffazione prevista dal Disciplinare Tecnico “è difforme da tutti gli approdi elbani: alta stagione di 3 mesi dal 15/06 al 15/09, mentre negli altri porti elbani è limitata a luglio/agosto o addirittura ad agosto. Questa anomalia tra Disciplinare tecnico e situazione reale (della quale nessuno si era accorto prima?) “non può non aver influenzato la perizia di stima s della Pubblica Amministrazione che ha attestato il valore presunto dell’appalto”.
Per questo il bilancio di esercizio del Consorzio (31/12/2011) prevede un contributo straordinario di 124.558,64 euro per raggiungere il pareggio. E il bilancio preventivo 2012 “presenta una perdita di ben Euro 2 447.861,79”.
Il 2 febbraio 2012 il responsabile del Servizio Demanio del Comune “introduceva ex Art. 24 C.N. variazione della concessione demaniale 307/2010” con l’intento di uniformarla al Disciplinare di gara, per includere le unità commerciali non previste nella concessione e spostava la “paranza mt.20” in un altro ormeggio. Questo basta a far dire al Consorzio vincitore che”la suddetta variazione, unilaterale, delegittima il contratto tra le parti in quanto modifica nella sostanza la distribuzione degli ormeggi precedentemente presentata, garantita, ed oggetto di “Certificazione di presa di visione dello Stato dei luoghi delle strutture e degli impianti del Bando di progetto” , obbligatoria da arte del concorrente in fase di gara, ovvero quanto previsto per la distribuzione degli ormeggi dal Disciplinare Tecnico. Inoltre secondo il Consorzio “la suddetta variazione,ovvero quantomeno l’informazione dell’intenzione del Comune di provvedere alla stessa, non facente parte della “Documentazione resa disponibile ai partecipanti della gara ad evidenza pubblica cod CIG 1051894263”.
Ci sembra che nemmeno la minoranza De Fusco-Mazzantini si era spinta a tanto nel criticare le irregolarità della gara, ma qui stanno scrivendo quelli che la gara del Poro l’hanno addirittura vinta….
Dopo essersi lamentati per la tassa di stazionamento introdotta dal Governo, (che dovrebbe costare ai fruitori del Porto Marinese 1.204.506,50 euro). quelli del Consorzio dicono che tutta questa situazione ha “sensibilmente modificato le condizioni nelle quali si è svolta la gara ad evidenza pubblica cod. CIG 1051894263, sia all’interno della stessa, per la modifica della concessione demaniale 307/2010, sia in via esogena per l’introduzione ex-novo di una importante tassazione del mercato della nautica”. Tradotto in italiano: avete fatto un bel pasticci e ora Monti cio tassa anche i panfili…
Quidi il Consorzio dice al Comune che “Piano economico finanziario” alla base della gara, l’offerta e il contratto necessitano “di una profonda revisione per la manifesta incongruità delle concessioni”. Viene da chiedersi come si possa fare una gara manifestamente incongrua.
Ma a quanto pare le due parti “stante le oggettive difficoltà strutturali, commerciali ed economico-finanziarie dal Consorzio” cercano soluzioni per garantire la continuità del servizio, “evitando, di fatto, che il titolare del contratto si trivi nell’obbligo di chiedere la risoluzione del contratto di servizio ovvero di cessione alla stessa”
La lettera termina con l’affermazione che “Le parti concordano” (…) dato che il valore dell’appalto indicato in fase di gara è per ragioni intrinseche e successivamente esogene sproporzionato al valore reale dell’affidamento” che il Comune “riconosca al Consorzio, in via compensativa, un contributo annuo relativo anche a: 1. Incidenza della Tassa di stazionamento/possesso; 2. Incidenza dell’inutilizzo del Moletto del Pesce con revoca della concessione dello stesso; 3. Incidenza della nuova posizione delle unità di pesca in confluenza con i normali posti di ormeggio, per un valore di Euro 275.000 al netto di Iva, con applicazione immediata e da calcolare sul canone dovuto a decorrere dal 1° gennaio 2012 e fino al termine del contratto in essere”.
Si materializzano così non solo tutte le preoccupazioni avanzate dalla minoranza consiliare, ma la privatizzazione del porto rappresenterà alla fine un costo per la comunità marinese e il contributo annuo di 275.000 euro rappresenterebbe una intollerabile beffa per gli altri partecipanti alla gara che si sono visti rifiutare offerte più basse ma che ora sarebbero allo stesso livello.
Inoltre il Consorzio chiede al Comune di assumersi le spese del posizionamento di due generatori ausiliari e delle colonnine di servizio nella zona davanti ai pontili a T ed al Pontile Nord per fornire alle barche un minimo di 100 kw; la rimozione del container con i bagni/uffici/spogliatoi e la sua sostituzione con elementi più grandi e fruibili; la concessione gratuita al Consorzio della “titolarità degli spazio a terra antistanti gli specchi acquei in concessione, per l’organizzazione di eventi nautici e turistici, allo scopo si promuovere non solo l’attività del Consorzio stesso ma l’intera attività perioduttiva di Marciana Marina; la concessione gratuita di parti della diga foranea, “da destinarsi a spazi pubblicitari liberamente commercializzabili”.
Lo slogan del centro-sinistra alle passate elezioni era “Un Porto per il Paese, Non un Paese per il Porto”, ma qui siamo oltre: siamo al Paese che paga i danni di una gara pasticcio e di amministratori e imprenditori imprudenti, siamo al porto sponsorizzato che si appropria gratuitamente pezzi di beni comuni di Marciana Marina. Roba da non crederci.
Albino Serena