All’Elba i Sindaci ci stanno ancora pensando su, mentre altrove in alcune città del Nord e in tante località turistiche rinomate, da pochi giorni nell’isola di Ponza, è diventato d’obbligo lavare le strade e i marciapiedi innaffiati dalle pipì dei propri cani oltre ovviamente raccogliere gli escrementi e impacchettarli nei sacchetti che si portano dietro i padroni, una regola ormai in vigore dappertutto.
A Portoferraio, mai come in questa estate record di turisti e quindi di cani e quindi si rischia record di cacche. Stanno sbarcando dai traghetti a decine di migliaia i compagni domestici degli italiani (secondo un’inchiesta di Altroconsumo realizzata nel 2021 sarebbero 62 milioni addirittura più degli abitanti del nostro Paese, perché in molti ne hanno più di uno).
Dalla indagine emerge inoltre che la qualità della vita migliora se si vive assieme agli amici a 4 zampe. Il loro boom di diffusione è scoppiato nei tempi del lockdown, quando tutti stavamo rinserrati in casa.
Oggi, grazie ai progressi della scienza, si trovano dei prodotti specifici per eliminare dal bagnato delle urine sia le sostanze alcaline sia quelle acide. Comunque, senza ricorrere a estremi e costosi rimedi, basta organizzarsi, oltre con i sacchetti per le deiezioni, anche con una bottiglietta d’acqua magari allungata con bicarbonato o aceto.
A Ponza la stretta è arrivata con un’ordinanza del neo Sindaco Francesco Ambrosino, stufo delle lamentele di chi i cani non li ha, e forse scocciato degli slalom obbligati fra le cacche e le pipì dei poveri cani colpevoli solo di avere dei padroni maleducati.
Le multe possono essere salate, da 50 a 500 euro, per chi trasgredisce. E la polizia urbana ponzese non scherza. Per sanzionare non dovrà solo cogliere sul fatto gli inadempienti, sarà sufficiente pescarli per strada senza il pronto soccorso per le pulizie.
Adesso Ponza passa il testimone alla sorella isolana Elba che sicuramente si metterà al passo con i tempi da cani.
Romano Bartoloni