La nave rigassificatrice prevista a Piombino, e pure quelle gasiere di rifornimento, con particolari condizioni meteomarine avverse, dovrebbero lasciare la non più sicura collocazione nel porto piombinese e cercare riparo altrove.
Dove? Secondo il giornalista Stefano Tamburini, intervenuto all' incontro pubblico organizzato nella sala consiliare di Portoferraio dal 'Comitato Elba NO Rigassificatori', potrebbe essere valutata come idonea la rada del Comune elbano, nota per le caratteristiche di porto rifugio nell'Alto Tirreno.
É questa la notizia in grado-forse- di svegliare un' Elba un po' apatica sull' argomento, nonostante una presa di posizione contraria al rigassificatore sia già stata espressa da istituzioni e categorie dell'isola.
Portoferraio, il 27 agosto, ha comunque battuto un colpo: oltre 50 persone in un sabato caldissimo a parlare del rigassificatore, con il Sindaco di Portoferraio Angelo Zini e appunto, il giornalista Stefano Tamburini, (presente anche il Consigliere regionale Marco Landi) sono un segnale che, forse, anche all'Elba, cresce la consapevolezza dei rischi che l'imposizione di questa scelta dall'alto rappresenta per l'Isola.
Il Sindaco Zini ha ribadito il No ai rigassificatori in generale in contrasto con la necessità dell'uscita dal fossile, rilevando la contraddizione con le risorse stanziate dal PNRR per una 'green community dell'Arcipelago Toscano', e impegnandosi a fare esprimere anche il Consiglio Comunale, oltre a insistere perche l'Elba sia ascoltata dalla regione e dal Commissario, ad esempio, oltre che sul tema della sicurezza, anche sulla inaccettabilità di interruzione della continuità territoriale durante le operazioni di travaso del gas liquefatto.
Tamburini ha ricostruito la favola dell'urgenza, ricordando come ENI abbia quintuplicato l'esportazione di gas nei primi mesi del 2022 realizzando profitti per 5 miliardi e ricordando come nel basso Adriatico, in impianti già pronti e riavviabili in pochi mesi, é disponibile (a 5 centesimi il metro cubo) la stessa quantità annua di gas che arriverebbe a Piombino con costi ambientali ed economici esorbitanti.
La scelta dei rigassificatori, insomma, pare proprio il contrario della indipendenza e della convenienza per l'Italia e l'Europa e le cui tracce sono riscontrabili facilmente andando a vedere le manovre dei soliti fondi di investimento speculativi.
Anche dagli interventi e domande del pubblico é apparso chiaro come sia convinzione diffusa che la 'democrazia' praticata dal Governo e da alcune Regioni, Toscana compresa, sia ormai un fatto formale, aggirabile quando serve (sta ad esempio, il recente decreto sulla sicurezza nazionale che autorizzerebbe a non avvalersi della V.I.A.), con la politica asservita ai poteri economici di lobby e che siano i territori (persone, associazioni, categorie, sindacati, comuni) a doversi riappropriare, attraverso la partecipazione e la ripresa di parola, della democrazia come disegnata dalla Costituzione.
cr
(foto di Berta Salvador Lozano)