RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Vorrei raccontarvi una vicenda:
Mercoledì tardo pomeriggio. Una coppia di turisti di ritorno dalla spiaggia percorre la rotatoria appena fuori Marina di Campo, e vede sulla Provinciale, in mezzo alla carreggiata, un grosso cane, un Maremmano, che le altre auto schivano, senza accennare a rallentare o fermarsi.
Si fermano loro, amano gli animali e vedono chiaramente che quel cane è in pericolo e che potrebbe causare un incidente. Provano a chiamarlo per toglierlo dalla strada. Il cane si avvicina tranquillo, e non appena aprono il portellone della loro auto balza dentro come se li conoscesse da sempre.
Che si fa? Beh, si chiama la Polizia Municipale. Ma nessuno risponde. Prova e riprova, ma niente. Si tenta col 112. Qualcuno qui risponde, e dopo aver ascoltato il racconto, dice che devono chiamare la Municipale (già fatto, non rispondono), poi rimprovera la coppia perché “è da incoscienti avvicinare un cane così grosso senza conoscerlo, peggio ancora farlo salire in auto!” (Scusi, cosa facevo, lo lasciavo lì finchè non c’era un incidente, e allora dovevate per forza intervenire?) e poi gli annuncia che devono pensarci loro fino all’indomani. La coppia spiega pazientemente che sono turisti, non possono tornare alla struttura ricettiva che li ospita, con un cane di 50 kg. Allora devono rivolgersi per forza alla Municipale.
La coppia, col cane a bordo, torna a Marina di Campo e cerca l’Ufficio della Municipale, che è ancora chiuso. Chiede aiuto agli avventori di un bar lì vicino. Si mobilitano tutti, residenti e non, chi vuole vedere il cane, perché magari potrebbe riconoscerlo e risalire al proprietario, chi comincia a contattare vari gruppi sui social inviando la foto dell’animale, chi si propone per adottarlo se non si trovasse il proprietario, chi finalmente arriva con un numero di cellulare dei Vigili.
Risponde una vigilessa, che dice che sì, potrebbe leggere il microchip, ma tanto fino all’indomani nessuno potrebbe risalire al proprietario, perciò il cane devono tenerlo loro fino al giorno dopo. La coppia spiega di nuovo, con un po’ meno pazienza di prima, che sono turisti ecc. ecc. ma la vigilessa non trova al momento una soluzione adeguata. La coppia a questo punto ipotizza di lasciare il cane legato davanti all’Ufficio dei Vigili, poi la vigilessa riesce a raggiungerli col lettore di microchip.
Dopo una ventina di minuti arriva in ufficio, legge il microchip, e, per intercessione divina, si riesce subito a trovare la persona cui appartiene il cagnone. Avvertita telefonicamente, dopo altre due telefonate e un’altra mezz’ora, finalmente arriva la proprietaria, che riprende possesso dell’animale.
La coppia, che ormai ha ricevuto aiuto e solidarietà da parte di molte persone, festeggia con un paio di aperitivi gentilmente offerti dal gestore del bar, e finalmente, a tarda ora, rientra alla struttura ricettiva che li ospita.
Questa coppia porterà a casa una bellissima impressione degli abitanti dell’isola, che hanno dato spontaneamente tutto l’aiuto possibile; ma pure un senso di forte inaffidabilità per quanto riguarda il resto.
La vicenda è stata, in realtà, molto più articolata e frustrante di come l’ho raccontata io, per brevità.
A titolo assolutamente personale, mi sento di fare alcune osservazioni.
Il mio non è un giudizio sulle autorità entrate in gioco, possono esserci moltissime motivazioni per le quali non sono intervenuti tempestivamente, carenza di personale, altre urgenze, ed altro ancora; mi sento però di esprimermi sul loro operato, che non è stato efficiente, ma soprattutto non è stato collaborativo.
Trovo che la vicenda sia un esempio, in piccola scala, di ciò che è diventata l’Italia in generale: le singole persone si danno un gran daffare, per essere d’aiuto e fare ciò che va fatto. Le autorità, invece, troppo spesso rispondono alle richieste dei cittadini scaricando ogni responsabilità.
I contratti stabiliscono un dare e un avere reciproco, in cui entrambe le parti ottengono qualcosa in cambio di qualcos’altro.
Quello tra cittadini e Pubblica Amministrazione è un contratto stipulato fin dall’atto di nascita: una parte si impegna a contribuire economicamente tramite tasse e imposte alla vita della comunità, e in cambio dovrebbe ricevere dei servizi: scuola, assistenza, sanità, sicurezza. Non un “Arrangiati, pensaci tu”.
Al contrario di quanto asseriscono in tanti, la gente non sempre ha il governo che si merita. Spesso il popolo è migliore di chi lo amministra.
Ripeto, non è un giudizio sulle persone. Spero sia però uno spunto per migliorare un servizio necessario e dovuto, non tanto perchè viviamo di turismo, ma proprio perchè è un nostro diritto ottenere risposte e aiuto da chi di competenza.
Grazie a tutti quelli che si sono dati da fare, da parte della coppia che mi ha raccontato la storia, e anche da parte mia, che vivo qui, che amo quest’isola e i suoi abitanti, e le storie che finiscono bene.
Mariagrazia