Alcuni eventi restano in maniera indelebile nella memoria collettiva, e credo che sarà difficile per molti di noi dimenticare quello che avvenne la sera del 12 gennaio 2012, quando gli sms degli amici dell'Isola del Giglio cominciarono ad arrivare e, accesa la TV, ci siamo trovati di fronte alla sbalorditiva immagine della Costa Concordia sbandata come un palazzo che stia per crollare.
Costa Concordia in navigazione da Civitavecchia per Barcellona e Palma di Maiorca urta alle 21.40 circa lo scoglio delle Scole a cca 500 mt dal porto del Giglio. L'urto provoca uno squarcio di circa 70 metri sulla fiancata di sinistra. La nave perde il governo e, spinta lateralmente dal vento, si arena sullo scoglio della Gabbianara di fronte a Giglio Porto.
Un gigante di 280 mt di lunghezza, 290,20 mt di lunghezza, 35,50 mt di larghezza al baglio massimo per 50mila tonnellate di dislocamento, 3.780 passeggeri e 1.100 uomini di equipaggio. La Costa Concordia è la piu' grande nave da crociera italiana mai costruita, commissionata nel 2004 a cantieri di Fincantieri di Sestri Ponente, e costata 450 milioni di euro.
A seguito dell'incidente muoiono 32 persone, di cui 2 ancora disperse, e si accendono immediatamente i riflettori sulle responsabilità del comandante, dell'equipaggio e della gestione dell'incidente.
Un iniziale intervento della compagnia olandese Smit International Ltd che ha provveduto in circa 2 mesi a bonificare circa 2.400 tonnellate di carburante dalle cisterne della nave. Successivamente, a seguito di una gara internazionale, l'americana TITAN e l'italiana MICOPERI si aggiudicano l'appalto per l'operazione di recupero del relitto.
Il recupero progettato prevede il fissaggio dello scafo a terra con cavi d'acciaio, per fermare la sua caduta verso fondali piu' profondi, la costruzione di una piattaforma orizzontale subacqueo al di sotto la nave, il raddrizzamento della nave mediante appositi verricelli (operazione detta in gergo "parbuckling"), il fissaggio di appositi cassoni di galleggiamento sui fianchi della nave ed il suo traino verso un porto italiano per la demolizione
L'operazione di recupero è sicuramente la più costosa mai realizzata (per una cifra di circa 300 milioni di euro), ma non è la prima volta che tale operazione viene effettuata su navi di grandi dimensioni. Nel 1943 la corazzata USS Oklahoma, affondata dopo l'attacco di Pearl Harbour, viene raddrizzata di 90° e rimessa in assetto di navigazione. Purtroppo i risultati, in altre occasioni non sono stati sempre positivi: l'analoga operazione, eseguita in contemporanea sulla USS Utah porta alla rottura del relitto ed alla sua perdita.
Al di là delle altre considerazioni tecniche, una domanda si pone: cosa sarebbe successo se la nave si fosse ribaltata? Ed in generale, come è possibile evacuare in sicurezza una nave che ospita circa 5.000 persone? Una riflessione è necessaria su questi giganti del mare, sul modello di turismo che propongono e sulle questioni di sicurezza connesse.
Una curiosità finale: durante il varo della Costa Concordia, il 2 settembre 2005, la modella Eva Erzigova, madrina della nave, non è riuscita a rompere la classica bottiglia di champagne. Presagio di sventura per la gente di mare, questa volta confermato dalla tragicità degli eventi accaduti.
Michele Cocco