Ieri (domenica 3 marzo) di rientro da un viaggio all'estero arrivo al porto di Piombino alle 10:20 e lì rimango in attesa 8 ore e 40 con 2 figlie adolescenti e 35 kg di valigie.
Finalmente parte la nave delle 19:00, vedo le onde, soffro il mal di mare e sono pronta a vomitare, e invece nonostante le tanto declamate condizioni meteo marine avverse i bimbi giocano nel playground e io mi guardo l'Eredità alla televisione mentre la nave balla un po' solo fuori Piombino.
Forte della mia ignoranza in "materia marittima" si insinua in me una domanda: non sarà che si è atteso tanto per poi far partire una nave bella piena di macchine e passeggeri?
E un'altra: io ho diritto ad arrivare a casa?
E poi un'altra: un ponte o un tunnel sottomarino potrebbe davvero essere la soluzione?
Permetterebbe agli elbani, soprattutto ai più giovani, di avere più libertà di scelta in ogni ambito della loro vita.
Permetterebbe ad una persona in gravi condizioni di salute di avere la sicurezza di raggiungere un ospedale specializzato.
Permetterebbe a chiunque e in qualsiasi momento di raggiungere la nostra bella isola in pochissimo tempo e con una spesa esigua.
E qui mi sorge l'ultima domanda: ma cosa stiamo aspettando?
Monica Braschi
Gentile Signora Monica
Un antico adagio recita "Senza lilleri 'un si lallera" (come direche senza soldi non si va da nessuna parte), e pur non avendo specifiche competenze di carattere tecnico mi azzardo ad affermare che un ponte o un tunnel sottomarino di 5 miglia Piombino-Cavo costerebbe uno sproposito di lilleri.
Mi è tornata a mente una canzonetta dei goliardi degli anni '60 (Fratini, D'Arco, Scelza, Boni, Strina etc) una parodia di "Marinella", con la quale perculavano un giovane e un po' visionario sindaco ferajese, che iniziava: "Era di puro ceppo contadino - di scarpe grosse ma cervello fino", ma che finiva, se non mi sbaglio: "E progettò la metropolitana - Bucine - Campo ai Peri - La Valdana (o altri assonanti toponimi)".
Temo che dovrà attendere la fine dei tempi, per come se la passa finanziariamente il Bel Paese, prima di vedere realizzata una simile opera.
Che poi a pensarci non "temo" per niente, visto il rapporto costi/benefici e vista la devastazione ambientale che determinerebbe comunque la realizzazione di un siffatto manufatto.
Enormemente meno costoso, più alla portata dei pubblici lilleri sarebbe dismettere come ferrivecchi queste vetuste, puzzolenti, inquinanti, lumachesche, succhia-quadrini gottazzole ad alta avariabilità, che ci ostiniamo a chiamare navi, sostituendole con vettori più affidabili, confortevoli, puliti, ecologici e meno cari dell'Orzo di Pianosa.
Non se ne abbia se ho scherzato sul suo sogno del ponte, per il resto: la sosta, le mancate partenze per "onda alta" (guardacaso col ponte-garage vuoto) ha sacrosanta ragione.
sergio