Nel pomeriggio del 23 ottobre una grossa imbarcazione a vela di 15 metri battente bandiera tedesca, la “Antina”, che era ormeggiata, senza equipaggio, al campo Boe di San Giovanni, nella rada di Portoferraio, all’Isola d’Elba, ha rotto gli ormeggi a causa delle violente raffiche di scirocco ed ha cominciato ad andare alla deriva.
L’Atina in pochi minuti è stata spinta verso l’area portuale dove sorge l’Ebana Petroli e, dopo aver sfiorato la poppa della motocisterna Xenia, si è incagliata sul vecchio scivolo di alaggio.
Grazie al pronto intervento della a Capitaneria di Porto – Guardia Costiera di Portoferraio e della Compagnia Ormeggiatori lo yacht tedesco è stato disincagliato e messo in sicurezza, ma resta il fatto che si è evitata per un pelo la collisione con una nave che stava scaricando carburante nel bel mezzo di un porto ed a poche decine di metri da una strada trafficata, da un cantiere navale, da un supermercato e da abitazioni e scuole.
La Xenia è infatti la stessa nave che nel dicembre 2012 Legambiente Arcipelago Toscano segnalò in occasione delle osservazioni alla richiesta fatta dall’Elbana Petroli per il rinnovo delle concessioni demaniali per un deposito costiero per prodotti petroliferi per autotrazione e della concessione demaniale marittima di 1.665 m2. Legambiente Arcipelago Toscano sottolinea da tempo la necessità di spostare quel deposito costiero di carburanti. Scrivevamo: «E’ chiaro che questa collocazione rappresenta un grave rischio ambientale e per la sicurezza dei cittadini, acuiti anche dall’ancoraggio ed ormeggio a pochi metri dalla costa delle bettoline che scaricano il loro carico di idrocarburi al deposito».
Sembra che l’accordo urbanistico sul cosiddetto “Water Front” preveda lo spostamento di quel deposito in un’area più periferica e sicura, ma alla luce di quel che è successo, bisognerà anche ripensare al traffico, ormeggio e scarico di bettoline come la Xenia cariche di carburante, cercando soluzioni alternative meno rischiose.