Per quanto possa servire, e per quanto un trovaparole abbastanza collaudato come il sottoscritto stavolta non trovi affatto le parole adatte, vorrei esprimere tutta la solidarietà possibile alle donne e agli uomini di Portoferraio e di tutta l’Isola d’Elba, colpite e colpiti dal disastro di ieri 13 febbraio.
Fin da ieri sera, quando sono cominciate a passare le notizie non solo su Elbareport, ma anche sulla stampa nazionale, corredate da immagini e video. Solidarietà ai soccorritori, ai Vigili del Fuoco e a tutte le autorità preposte che hanno, come leggo, contribuito a salvare delle vite e permettendo che non si contino vittime (un caso che, purtroppo, l’Elba ha già dovuto affrontare, come durante l’alluvione di Campo nell’Elba del 7 novembre 2011).
Solidarietà a chi avrà, come pare dannatamente certo, riportato enormi danni materiali nelle proprie abitazioni e nelle proprie attività lavorative e commerciali. Tutte cose che, in questo sventurato Paese, si ripetono oramai ovunque e con agghiacciante e brevemente intervallata regolarità.
Sto scrivendo che sono le cinque di mattina, e ho il timore che l’alba di questo pessimo giorno di San Valentino faccia apparire, per l’ennesima volta, gravi cose in tutta l’Elba e altrove in Toscana (penso, ad esempio, a Follonica e Orbetello). Cerco qualcos’altro da dire, ma non mi riesce.
Riccardo Venturi