Apprendo in questo momento della scomparsa di Sandra Landi, che mi ha profondamente addolorato. L’ho conosciuta -insieme a Giampaolo- quando ancora era studentessa a Firenze; e al di là della simpatia che lega ordinariamente gli isolani e i Sant’Ilariesi autoctoni o d’adozione come entrambi eravamo, subito colsi in lei la luce di un’intelligenza vivida senza presunzione, di una grande capacità d’impegno senza ostentazione, di una singolare generosità d’affetti sempre capace di ironia.
Quando si laureò collaborava a una libreria per ragazzi che con alcuni amici avevamo fondato a Firenze, anche lì mostrando la naturale inclinazione a far reagire le proprie competenze con la disponibilità all’ascolto delle persone che le si rivolgevano, in una sintesi che ben definisce il senso delle parole “cultura” e “condivisione”.
Quelle doti naturali e coltivate, e quell’inclinazione hanno poi accompagnato la sua vita professionale quando un pubblico concorso la condusse al Comune di Campo nell’Elba, portandola a sviluppare una conoscenza completa della macchina amministrativa, e di conseguenza a occupare posizioni di sempre maggior responsabilità: ma appunto, senza mai perdere il suo sorriso ironico che rendeva gradevole la sicurezza con cui affrontava i problemi che si presentavano, basata sul mai abbandonato impegno di analisi e di studio.
Anche quando i suoi e i miei impegni hanno reso meno frequenti le occasioni d’incontro, non ci siamo mai allontanati; e quando ci incontravamo per il rituale caffè di “inizio stagione” o a cena da amici comuni, la nostra conversazione riprendeva sempre da dove si era interrotta, come se ci fossimo visti il giorno prima.
Mi sono rivolto a lei un’ultima volta quando già stava male, e le ho chiesto di aiutarmi a “risarcire” un’ingiustizia che riguardava una persona cara; e ancora una volta ho trovato la sua disponibilità entusiasta, anche se le condizioni soggettive avrebbero ampiamente giustificato un cortese disimpegno.
Ho voluto ricordare questi momenti fra i molti che hanno nutrito la nostra amicizia nell’arco di quarant’anni, per testimoniare a Sandra, ai figli -che abbraccio-, alle nuore, ai nipoti, ai fratelli e ai molti amici, la mia profonda commozione per la perdita di una persona cara e importante, affidando a un verso di Garcia Lorca lo struggimento di questi attimi:
“Dormi, vola, riposa. Muore anche il mare”.
Luigi Totaro