Con la presente si vuol rendere noto quanto accaduto in data 5 novembre 2013 al porto di Piombino al momento dell’imbarco sul traghetto Moby Lines in partanza alle 6,10.
Di ritorno da una breve vacanza insieme ad un gruppo di sette amici, giunti sul porto ci si avvicina al traghetto che stava per partire. Uno di noi, mio marito, già in possesso dei biglietto cumulativo, stava provvedendo a riconsegnare al titolare il pulmino noleggiato per il viaggio. E' stata nostra cura avvertire il personale di bordo, prima di salire, che si era in attesa di esibire il biglietto. Ci veniva detto, nel frattempo, di salire senza problemi in quanto al momento dell'imbarco di mio marito tutto sarebbe stato regolarizzato.
Con grande sorpresa, invece, si constatava che la nave prendeva il largo e che mio marito rimaneva a terra. Di fronte alla educata manifestazione del nostro dissenso il personale di bordo, fino a quel momento cordiale, cominciava ad alzare la voce con arroganza e finiva per definirci "clandestini, imbarcati senza titolo idoneo". Ci intimava di fare "subito" il biglietto a bordo e richiedeva documenti di identità. Dapprima di ogni persona e, dopo, di almeno un componente del gruppo. Si ribadiva che il biglietto era stato fatto ma che, proprio per il loro agire, era rimasto a Piombino nelle mani di mio marito, che nel frattempo si era imbarcato sulla Toremar delle 6,30.
Finalmente la "questione" si risolveva all'arrivo a Portoferraio dove, entro pochi minuti dallo sbarco, giungeva l'ultimo componente del gruppo con l'ormai famoso "biglietto cumulativo".
Quanto accaduto se, di fatto, ha comportato solo un modesto inconveniente per i passeggeri è tuttavia significativo del non sempre cordiale rapporto tra i passeggeri e personale di bordo.
E' auspicabile che manifestazioni di maleducazione ed arroganza siano sempre sostituite da un rapporto cordiale e collaborativo tra chi, anche giornalmente, si trova ad usufruire di un servizio pubblico indispensabile, quali i trasporti marittimi.
Passino purte gli inconvenienti dovuti a ritardi e a guasti ma almeno un minimo di rispetto è dovuto a tutti ed in particolare agli elbani.
In fin dei conti, passeggeri e personale di bordo, se ci pensiamo, "siamo tutti sulla solita barca"
Lettera firmata