I ragazzi dell’ISIS Foresi si sono ribellati ad una condizione che li umiliava prima di tutto come Persone e poi come Studenti nel loro diritto di formarsi culturalmente in maniera adeguata e di prepararsi per affrontare le scelte che la vita e la società impone ad ognuno di noi. Il disagio di questi ragazzi costretti a trascorrere le ore di impegno scolastico in ambienti malsani e pericolosi per la loro stessa incolumità, nonché inadatti per una normale attività didattica non è solo di loro , ma anche retaggio di altri loro compagni che frequentano altri Istituti che si trovano, ad esempio, a dovere sopportare i rigori dell’inverno in classi mal riscaldate a volte addirittura senza riscaldamento. Tutto ciò, al di là del fatto contingente che deve essere ovviato da chi ha la responsabilità di provvedere istituzionalmente a sanare rapidamente queste situazioni di degrado, è il segno preoccupante di scarsa attenzione e delle scarse risorse che vengono assegnate ad un settore della nostra vita pubblica a cui invece andrebbe riservata una particolare cura e maggiori investimenti. La qualità dell’istruzione a tutti i livelli è il segno della dignità di un popolo. Viceversa in questi anni si è posta poca attenzione alla cultura e alla ricerca, anzi si è pensato che l’istruzione pubblica fosse uno dei settori in cui si potevano distogliere con più facilità finanziamenti per ridurre la spesa, bloccando le assunzioni a tempo indeterminato, contraendo le retribuzioni reali degli insegnanti, umiliando il loro ruolo fondamentale di educatori, costringendo gli studenti a subire continui cambi di professori a scapito della continuità didattica o addirittura privandoli dell’insegnamento di alcune materie per lunghi periodi, soprattutto all’inizio dell’anno scolastico. Questa condizione è stata anche una delle cause del degrado e della recessione economica che ci ha colpito così profondamente e così a lungo in questi ultimi anni. Sulla nostra Isola tale degrado si è accentuato ancora di più proprio per la sua condizione territoriale che ha prodotto ancora maggiori disagi nella nostra popolazione scolastica. Il Comitato che si è costituito di recente per difendere le condizioni di vita dei nostri ragazzi nelle scuole, credo debba essere alimentato non solo dai genitori degli studenti maggiormente coinvolti, ma dal contributo di tanti cittadini che pensano che l’istruzione e le modalità con cui essa viene impartita sia appunto la misura con cui si connota il progresso civile di una comunità. La Sinistra, il PD, ha il compito difficile, ma allo stesso tempo esaltante di battersi insieme ai cittadini sia per rinnovare se stessa, sia per creare le condizioni a livello nazionale e locale affinché al degrado culturale degli ultimi vent’anni, di cui purtroppo la nostra società nel suo complesso si è permeata, si sostituiscano i migliori valori che, nonostante tutto, la stessa nostra comunità è riuscita a produrre , ridando fiducia e speranza ai nostri giovani ed immaginando che le radici del nostro progresso economico e sociale risiedano proprio nel fornire all’istruzione pubblica tutti gli strumenti economici e culturali per un suo sviluppo armonico adeguato alle sfide che il mondo moderno ci pone.
Michele Rampini