Una risentita nota inviataci da un lettore che ci fornisce la sua versione dei fatti che hanno condotto “all’eroico salvataggio” degli sventurati passeggeri rimasti sul porto di Piombino in serata di venerdì, a causa delle diverse soppressioni di corse:
“ Alle ore 18.30, di ritorno da Firenze, viste le condizioni del tempo abbiamo chiamato la Moby per sapere se le navi erano in partenza, avremmo preso quella delle ore 19.00 ma, ci veniva detto che per le avverse condizioni meteo la nave era stata soppressa, (tengo a precisare che la nave delle 18.15 era partita regolarmente).
Vabbe' - ci siamo detti - tanto c'è la nave delle 20.30, non ci sono problemi, ma arrivati alla stazione marittima di Piombino alle ore 18.50, troviamo già numerosi elbani che aspettavano nell'atrio per avere spiegazioni.
La ragazza della biglietteria, non poco imbarazzata ci dice che la nave delle 19 non parte e aggiunge di aspettare fino alle 19:45 per sapere se quella delle 20.30 parte.
Alle ore 20.10 ci viene detto che la nave delle 20.30 non parte e che ci saranno difficoltà anche per quella delle 22.20.
Nel frattempo, con l'aiuto di un Longonese compagno di sventura, riusciamo a sapere e ad avere la conferma che nel frattempo il traghetto della Moby è partito regolarmente da Portoferraio.
Pensiamo che allora non c'è mare, e si torna a casa, ma dopo altri 10 minuti ci viene detto che anche la nave delle 22.20 non parte e che praticamente ci dobbiamo arrangiare e partire domani mattina.
Molto arrabbiati dopo inutili richieste di chiarimento alle compagnie chiamiamo il Comando dei Carabinieri di Piombino, La Guardia Costiera, la Polizia e quasi quasi anche il Prete.
Macchè, non c'è verso, la nave non parte, intanto cominciamo ad essere parecchi a protestare.
Richiamiamo i Carabinieri di Piombino, La Guardia Costiera, la Polizia e quasi quasi anche il Prete, finalmente dalla Capitaneria ci rispondono che “stanno prendendo in considerazione la cosa”.
Per sollecitare una presa in considerazione del problema più efficace (noi che fino al momento ci sentivamo “presi” si, ma per altri versi) compiamo una specie di pacifica irruzione (al netto dei forconi) negli uffici della Guardia Costiera del porto.
Ci viene detto che la nave ha superato le ore di viaggio e non puo' ripartire e là ci viene un piccolissimo dubbio: ma d'Agosto questi conti di ore non vengono fatti?
Qualcuno, per dirla come sta, incazzato come le bestia, propone di salire comunque a bordo della nave non partente e poi si vede. Siamo circa un centinaio ancora, ed abbiamo al seguito almeno una cinquantina di macchine.
Ci viene anche detto che il bollettino meteo da sempre mare molto agitato, facciamo però notare che quel bollettino è delle ore 18, circa tre ore prima, che il mare è calmato parecchio e che la nave delle 18.15 è partita regolarmente.
Dopo che torniamo a manifestare altre e varie incazzature, il sottufficiale di guardia della Guardia Costiera riesce a parlare con qualcuno, e ci garantisce che stanno organizzando una corsa speciale.
Ma speciale di che, se alle 22.20 era già prevista una corsa regolare? Vabbè, comunque si torna a casa.
Da notare però che la “speciale” corsa è partita dal porto alle ore 22, quindi lasciando a terra tutti quelli che se ne erano allontanati in precedenza ignari degli accadimenti, e quelli che sono arrivati magari ARAGANATI alle 22.10 sul porto.
Alle 22.15 (perché so’ dispettoso come le scimmie), telefono alla biglietteria della Moby, per sapere se la nave delle 22.20 è regolare, mi viene detto che le navi sono ferme dalle ore 18.15 e che non ci sono state altre corse".
Magari qualcuno prima di raccontare che “Moby riporta a casa gli elbani” poteva informarsi meglio. Per chi ha vissuto le peripezie di quelle ore, pupparsi pure una cronaca del genere è suonato come un’ulteriore presa per i fondelli.
Un Elbano incazzato