Domenica mattina ho partecipato, con un filo d’imbarazzo, ad un atto di attivismo spontaneo che a Portoferraio si attendeva da anni. Anni passati nell’attesa, giustificata, che le nostre proprietà venissero curate e valorizzate da chi ne è preposto ed un giorno, come d’incanto, si realizzano mille e mille dichiarazioni d’intenti ma, quando le cose sembrano così semplici e naturali, e comparsa l’ombra di chi minimizza, magari involontariamente, e tutto sembra si sia ridotto ad un’allegra scampagnata.
Il mio imbarazzo, dicevo, non è stato di trovarmi a spazzare e raccogliere le foglie secche ma ho avuto timore ad alzare lo sguardo verso questi ragazzi che, evidentemente, stanno facendo ciò che noi abbiamo detto centinaia di volte al bar parlando di come andrebbero risolte le cose: “Le cose vanno male! Ci vorrebbe qualcuno che si rimboccasse le maniche”
Il futuro ci dirà se è stato un fuoco di paglia, è vero, ma per ora questo fuoco ha alzato un bel fumo ed il segnale è arrivato chiaro a tutta la tribù dei pellerossa.
Il dire è stato lo sport preferito da tutti, non ci nascondiamo dietro i politici, e dietro esso c’è un piacevole disinteresse ed un’autoassoluzione giustificata dal fatto che già si pagano le tasse.
Le nostre tasse, purtroppo, vanno altrove ed il dire non può più sollevarci dalle nostre evidenti responsabilità; meglio sarebbe allora tacere, se non lo si vuole capire.
Il fare è un esercizio più complesso, spesso ostacolato, che crea un contatto reale con le cose che ci appartengono e finisce con il coinvolgere tutti.
Domenica mi sono sentito ripagato dalle semplici domande e l’interesse di alcuni bambini che giocavano e si incuriosivano del perché qualcuno fosse lì a ripulire quei giochini. Ripagato dagli sguardi compiaciuti di alcuni passanti.
Niente di eccezionale ma una naturale condivisione, una parola, un consiglio, una risata fanno superare molti ostacoli che poi non dovrebbero esistere.
Il rincorrere l’ho letto in un articolo su un giornale on-line, non so quanto vero e quanto romanzato, che ha un potere devastante. Il potere di spegnere subito il fuoco appena acceso e cancellare quel fumo che richiama la tribù. Far credere che tanto lavoro è inutile, o comunque solo marginale, è il segnale di quanto sia lontano il senso civico di questa politica che va cambiata.
Non si deve spegnere questo fuoco che invece andrebbe alimentato con messaggi di apprezzamento e subito agevolato con altre iniziative organizzate e gestite da un Comune responsabile.
Dire che si sia comprato tutto nuovo, il giorno dopo la fine dei lavori di ripristino, è superficiale e, se fosse davvero così, sarebbe una cosa su cui fare delle profonde riflessioni.
Non lasciamo che questo focarello venga spento e per fare ciò c’è un solo modo: alla prossima iniziativa sarebbe bello essere molti di più…magari anche chi è abituato a comandare gli altri.
Aldo Adriani