Non vorrei essere brutale, ma leggendo gli interventi di questi ultimi giorni sull’invasione dei graffiti a Portoferraio, e sulla polemica della manutenzione dei giardini delle Ghiaie, allargata al verde pubblico, mi viene da pensare a un collegamento tra i due fenomeni.
Mai come ora si sono visti episodi di vandalismo. A giudicare dalla stagione, non si può nemmeno dare la colpa ai turisti, è solo colpa degli elbani.
I fantastici restauri di Portoferraio, per esempio al Forte Falcone, se pure ancora chiuso, con la preziosa mostra sulla nascita di Cosmpoli; ai Mulini, se pure ancora da finire; al prossimo Forte Inglese in via di completamento, non sembrano riuscire ad alleviare il sentimento di disagio dei residenti del Capoluogo. I progetti del grande sviluppo portuale imminente forse aumentano l’incertezza e spaventano. In attesa di questi grandi lavori di riqualificazione, viviamo in un limbo triste e deprimente, con un senso del provvisorio esteso a tante aree non curate, lasciate a se stesse.
L’appalto di lavori pubblici per la manutenzione del verde presuppone competenza ed esperienza provata nel settore. Al tempo stesso, però, quale dovere di un’amministrazione, si devono avere chiare le linee guida del verde urbano, concepito come qualità della vita, come rispetto della nostra vita di cittadini, all’interno di una visione globale, di un disegno ampio dei nostri spazi da gestire prima di affidarlo in appalto.
Avere invece davanti agli occhi, stagione dopo stagione, un verde cosi triste e martirizzato, strazi cosi diffusi [a parte i soliti vasi su cui non mi dilungo, ma che sono lí, rotti e arrugginiti], potature drastiche, ecco, questo si, può diffondere scontento, allargare disagio, favorire critiche legittime: io le esprimo con queste righe e con le mie foto, altri, i ragazzi, con sfregi e dispetti. Quando si mettono bei cartelli lucidi e nuovi in zone che di curato hanno poco, e se si restaura male o si trascura di restaurare qualche muro o pavimentazione, si creano forse le basi del paradosso che viene raccolto dagli autori dei graffiti.
Aborro queste scritte, anch’io grido “che disastro”, ma mi sento, io, adulto, in coscienza esente da pecche? In che mondo facciamo vivere i nostri bambini, i nostri ragazzi? Le Ghiaie sono solo una parte della nostra storia. Ricordiamoci che il discorso sulla nuova sede delle scuole è partito dai ragazzi, non dagli adulti. Non si tratta di spiegare il bilancio allora, si tratta di avere una visione allargata, di concepire soluzioni ampie, durature, non umorali o modaiole, di lasciar prevalere il buon senso.
Un ambiente piacevole, curato, genera benessere, fiducia. Un ambiente degradato genera comportamenti spiacevoli: non c’è bisogno di esperti e sociologi per constatarlo. Adesso sta per partire il nuovo progetto di ristrutturazione delle Ghiaie. Speriamo bene: è un’utopia proporre un’Elba diversa, che lasci intravedere una progettazione sobria, di ottima qualità, apparentemente spontanea e naturale, che faccia sentire qualsiasi abitante a casa sua, o qualsiasi visitatore “arrivato” a destinazione?
Cecilia Pacini
Italia Nostra Sezione isola d’Elba e Giglio