L’ennesimo blitz del Corpo forestale dello Stato a Punta Penisola, con il sequestro preventivo di un’area di circa 5.500 m2, dove negli ultimi anni è stato chiuso un sentiero e sono stati costruiti manufatti abusivi in Piena zona B del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, non fa che confermare le reiterate denunce di Legambiente che portarono al sequestro di alcuni immobili ed alla denuncia alla Procura della Repubblica dei proprietari tedeschi dell’area .
Duole dirlo ma il Comune di Portoferraio ha sottovalutato per troppo tempo quelle denunce ed il blitz di Goletta Verde, ignorando di fatto i vincoli del Parco Nazionale e dando l’impressione ai proprietari di poter fare come gli pareva in un’area protetta dallo Stato italiano.
Nel 2012 Legambiente Arcipelago Toscano aveva nuovamente segnalato al sindaco di Portoferraio ed al Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano la chiusura di un sentiero sul tratto occidentale dell’anello di Punta Penisola (partenza e arrivo in località Forno del Comune di Portoferraio e in zona B del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano). Un percorso segnalato e curato dall’Associazione Amici del Forno che ha aderito all’iniziativa del Parco Nazionale “Adotta un sentiero”. La chiusura del cancello, che precedentemente aveva un’apertura che consentiva il passaggio pedonale, impedisce così di percorrere l’intero circuito trekking di Punta Penisola. Legambiente aveva già segnalato ad Ente Parco e Comune che «Sulla costa sono state realizzate alcune villette e sono in corso altri lavori che sembrano aver avuto un notevole impatto sulla vegetazione» e chiedeva «Se quanto realizzato ed in corso di realizzazione a Punta Penisola abbia ottenuto i necessari nulla-osta del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e le necessarie autorizzazioni del Comune di Portoferraio e se sia conforme con quanto rilasciato». L’Ente Parco ha constatato violazioni e si è rivolto alla Magistratura. Inoltre il 26 giugno 2012 Goletta Verde fece un clamoroso blitz sulla costa di Punta Penisola, aprendo un grande striscione con scritto “Giù le mani dalla Costa” per denunciare la chiusura del sentiero, il taglio senza nulla-osta del bosco e della macchia mediterranea e gli abusi edilizi.
Evidentemente tutto questo non è bastato ai proprietari che, con un’arroganza incredibile, hanno proceduto a realizzare altre violazioni riscontrate e segnalate alla magistratura da Comando del Cta del Corpo forestale dello Stato, che Legambiente ringrazia per aver rappresentato in questi anni un presidio di legalità in un’area dove qualcuno crede di poter disporre di un delicatissimo ambiente protetto come meglio crede. Legambiente chiede nuovamente al Comune di Portoferraio di intervenire per riaprire il sentiero e ristabilire la legalità a Punta Penisola..
Ecco il Comunicato del Ca .Cfs del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano:
Punta Penisola: il Corpo Forestale dello Stato sequestra all’interno del Parco un’area di 5.500 mq trasformata da bosco a oliveta senza alcuna autorizzazione
Il Comando Stazione Parco di Portoferraio del Corpo Forestale dello Stato ha provveduto al sequestro preventivo di un’area di circa 5.500 mq, in località Punta Penisola nel Comune di Portoferraio.
La zona è stata più volte oggetto di cronaca per la chiusura del sentiero che collegava la località Forno al Viticcio.
L’area oggetto del sequestrato, ricadente in zona B dell’area protetta, è stata interessata da un taglio di bosco, costituito da essenze di macchia mediterranea quali Lentisco, Erica arborea, Alaterno, Corbezzolo con sporadica presenza di Leccio ed è stata trasformata in coltura agraria con piantumazione di 212 piante di olivo, in assenza del nulla-osta del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e dell'autorizzazione paesaggistica.
Nella fattispecie la proprietaria, anziché ottemperare ad un rispristino della macchia mediterranea nell’area interessata, così come imposto dall’Ente Parco a seguito di una precedente violazione, ha aggravato il precedente reato, eliminando ulteriori aree boscate e piantumando più di 200 olivi; ciò ha portato gli uomini del Corpo Forestale dello Stato ad eseguire il sequestro penale di tutta l’area.
I responsabili dell'accaduto, proprietaria ed esecutore materiale del reato, sono stati segnalati alla competente Autorità Giudiziaria.