Era di razza Dobermann che da quasi tutti sono considerati cani pericolosi, ma Leo non era così. Aveva 13 anni e fin da quando era venuto a vivere nella nostra casa,con un grande giardino dove poteva muoversi, correre ed abbaiare, vivere felice. Tutte le mattine, col suo abbaiare in modo diverso dava il buongiorno alla signora Lina, vicina di muretto e poi andava a camminare tra l'erbetta e cercava nella siepe che circondava il mio giardino lucertole, farfalle, uccellini che metodicamente non catturava mai. Anche i gatti dei vicini lo conoscevano, tanto che camminavano baldanzosi incuranti del suo abbaiare.
Leo viveva così, qualche passeggiata con i mie figli anche di sera tarda perché lavoravano di giorno e poi giardino, corse e …. caccia! La notte e i giorni di brutto tempo dormiva in casa sul suo divano aspettando il nostro ritorno dal lavoro e non abbaiava e non dava noia a nessuno, tranne che a un vicino: gli urlava sempre con la sua vociona e parole da non ripetersi “aveva bisogno di riposare" in quanto navigava e l'abbaiare di Leo, ripeto di giorno e non continuo, lo disturbavano.
Non mi soffermo sul rumore che dovevano sopportare gli altri! Incominciarono così i primi screzi con me, mi minacciava con invettive molto pesanti fino ad arrivare a veri e propri “attentati” come lanci di oggetti di ogni tipo, di animali invertebrati, bottiglie piene di acqua e non mi soffermo su altro.
Avevo avvisato i Carabinieri di zona e avevo sporto regolare denuncia. Per me la vità era andare avanti così, avevo paura di gesti inconsulti e da circa un anno vivevo facendo uso di tranquillanti certificati dal mio dottore. A questo tizio non importava nulla della mia famiglia con il mio babbo infermo in un letto da oltre 10 anni, la mamma deceduta in quel periodo e …altrettanti fatti negativi che ci sono nella vita quotidiana. Il Tipo sapeva che Leo, ormai avanti con l'età e semi paralizzato, aveva poco tempo da vivere, ma a lui non interessava nulla, quando poteva inveiva e offendeva.
Il giorno prima che Leo morisse “accasciato a terra paralizzato dal collo in giù”, mentre la signora Lina lo stava coccolando dandogli un biscottino, scampo miracolosamente al lancio di un pesante portacenere di rame, che passò accanto alla sua testa colpendo Leo. Tutto ciò è anche a conoscenza delle forza dell'ordine che, alle mie chiamate, sono subito accorsi constatando il fatto. Il mio Leo il giorno dopo questo fatto è morto! Tra le lacrime di noi tutti ma io vivo nel dolore del suo ricordo e nella paura che l'energumeno non si plachi e seguiti a fare ancora del male. Era giusto e doveroso portare a conoscenza il fatto anche nel rispetto di tutte quelle persone che vivono e amano gli animali, come componenti della propri famiglia. Io spero di non vederlo più minaccioso inveire con parole "irripetibili e irrispettose” per la civiltà umana! Ora Leo è lassù tra le nuvole e il sole, abbaia felice con gioia nel cuore e guarda colui che presto chissà ….nel profondo del fuoco per sempre vivrà.
Maria Grazia Di Meglio
Via del Volterraio, Rio nell’Elba (nella foto il portacenere con cui è stato colpito il cane)