“Il mancato rientro nel carcere di Livorno del detenuto Filippo De Cristofaro, colpevole di omicidio, rientra purtroppo tra gli eventi critici che possono accadere. Ora è assolutamente prioritario catturare l’evaso ma questo episodio, seppur grave, non può inficiare l’istituto della concessione di permessi ai detenuti, anche perché gli episodi di evasione sono minimi, ma è evidente che c’è sempre qualcuno che se ne approfitta”.
A dichiararlo è Donato Capece, segretario generale del sindacato autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che commenta la clamorosa evasione di De Cristofaro, il killer detenuto nel carcere longonese
“Nel 2013 sono state complessivamente 10 le evasioni commesse da soggetti ammessi al lavoro all’esterno, 10 quelle poste in essere da Istituti di pena, 47 dopo aver fruito di permessi premio e 21 dalla semilibertà”, aggiunge, evidenziando che il SAPPE chiede “di valutare l’opportunità che ai detenuti in permesso venga applicato il braccialetto elettronico di controllo, costato peraltro decine di milioni di euro pubblici e poco utilizzato.
Ciò permetterebbe di tenerlo sotto il controllo di una Centrale Operativa interforze, pronta ad intervenire in caso di anomalie”.
E “ai ministri dell’Interno Alfano, già Guardasigilli, e della Giustizia Orlando” Capece propone “di riprendere dai cassetti delle scrivanie ministeriali in cui inspiegabilmente è stato riposto da sinistre mani maldestre quello schema di decreto interministeriale finalizzato a disciplinare il progetto che prevede l’utilizzo della Polizia Penitenziaria all’interno degli Uffici di esecuzione penale esterna (Uepe) nel contesto di un maggiore ricorso alle misure alternative alla detenzione. Quello della Polizia Penitenziaria proiettata nel controllo esterno dei detenuti è un provvedimento che alla luce della legge concepita dal Governo e ratificata dal Parlamento assume una prioritaria urgenza”.
“Il controllo sulle pene eseguite all’esterno”, conclude, “oltre che qualificare il ruolo della Polizia Penitenziaria, potrà avere quale conseguenza il recupero di efficacia dei controlli sulle misure alternative alla detenzione, cui sarà opportuno ricorrere con maggiore frequenza.
Efficienza delle misure esterne e garanzia della funzione di recupero fuori dal carcere potranno far sì che cresca la considerazione della pubblica opinione su queste misure, che nella considerazione pubblica, non vengono attualmente riconosciute come vere e proprie pene. Per questo motivo auspico che i ministri Orlando e Alfano riprendano in mano quello scheda di decreto interministeriale al più presto”.