A Piombino, al Festival dell’economia ecologica QUANTO BASTA, si e discusso per la prima volta anche di parchi e di mare. I titoli delle due sessioni erano molto eloquenti: “il parco come strumento di politiche per lo sviluppo” e “l’importanza del mare nello sviluppo sostenibile della Toscana”. Due questioni peraltro strettamente connesse specialmente in un territorio coinvolto dal Santuario dei cetacei, il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e quello atipico ma importante della Val di Cornia con le sue bellezze naturali e paesaggistiche e un patrimonio archeologico di prim’ordine. Nel dibattito specie quello sui parchi non è stato difficile mettere a nudo i persistenti ritardi e rischi che gravano ancora sul parco dell’Arcipelago dove dopo stressanti commissariamenti matteoliani e conflitti tra le istituzioni locali che continuano, non si è ancora riusciti a definire il perimetro marino di una parco marino che con spocchia viene spesso presentato come il più grande d’europa. La presenza al dibattito di un autorevole esperto francese di parchi ha fatto toccare con mano quanto la Francia specie per le aree protette marine ha da insegnarci con parchi marini –quelli si- grandi e gestiti in maniera integrata. L’imminente arrivo del nuovo presidente del parco Sammuri, che di parchi mastica da tempo, ci auguriamo avvii finalmente una nuova stagione per il parco e il santuario Pelagos che nei pelaghi c’è davvero e da tempo. Dal dibattito sono emerse anche stimolanti critiche e sollecitazioni alla nostra regione ad agire sul fronte dei parchi regionali -Val di Cornia compresa- che in un documento della Commissione ambiente della regione nella passata legislatura fu ipotizzato come quarto parco regionale di cui però da allora non abbiamo saputo più niente. E non molto di più sappiamo della nuova legge regionale di cui si parla da troppo tempo senza riuscire però a venirne a capo.
Luca Sbrilli, Presidente della Parchi Val di Cornia, società pubblica, che gestisce molte aree protette di interesse locale ha evidenziato la necessità di una nuova legge regionale che rafforzi il ruolo delle ANPIL rendendole più affini ai parchi regionali. Queste aree protette di valenza comunale sono oramai nella nostra regione un presidio fondamentale di tutela di ambiti territoriali di estremo valore naturalistico e paesaggistico e pertanto necessitano di un salto di qualità normativo che le renda sempre meno vulnerabili da potenziali modifiche degli strumenti urbanistici dei singoli comuni.
Significativa inoltre la testimonianza di questa esperienza atipica di gestione delle aree protette della nostra regione in risposta al tema della tavola rotonda, ossia il parco come strumento di politiche di sviluppo. Il presidente Luca Sbrilli ha illustrato come il sistema dei parchi della Val di Cornia, ha permesso nel tempo di poter implementare un sistema virtuoso capace di creare una economia locale attraverso la cultura e i parchi archeologici e naturalistici.
Il pungolo di QUANTO BASTA ci auguriamo basti a rimettere in pista un impegno che purtroppo lascia a desiderare sul piano nazionale ma anche regionale.