Nonostante Legambiente non sia stata invitata ufficialmente, al sopralluogo del pomeriggio del 23 luglio al Circo di Mosca attendatosi a San Giovanni hanno partecipato due socie portoferraiesi dell’associazione, insieme ad una esponente Animal Project, per la maggioranza c’erano l’assessore Bertucci e la consigliera Cherici, per la Lista Civica Cambiare in Comune la Presidente del Consiglio Comunale Del Torto. Era stata annunciata la presenza anche del Corpo forestale dello Stato ma, giustamente, il Cfs ha preferito effettuare un sopralluogo autonomamente.
Da quanto siamo riusciti a ricostruire dai partecipanti, all’inizio la Del Torto ha parlato con il direttore del Circo che ha accompagnato la delegazione nella visita ma, quando si è trattato di vedere gli animali ha chiamato la proprietaria degli stessi, quindi, a quanto pare, il Circo non sarebbe direttamente proprietario degli animali.
Ai presenti è stato mostrato un leone bianco che pisolava in una gabbia dicendo che difficilmente sopravviverebbe in natura. Le ambientaliste dicono che le gabbie erano abbastanza grandi, mentre nel camion adibito ai felini c’erano delle gabbie più piccole nelle quali c’era una giovane femmina di leone bianca, nata in cattività, come tutti gli altri grandi felini che erano lì. Gli animali del circo infatti non provengono da catture in natura ma da nascite in cattività. Naturalmente in molti si chiedono quanto sia utile etico che queste meravigliose bestie alimentino una popolazione che nasce e vive in gabbia.
Nella sua gabbia della tigre del Bengala aveva a disposizione una sorta di piscina con l’acqua di circa 3 metri per 3. L’impressione, visto che non sono state fatte vedere altre “piscine”, è stata che la piscina venisse spostata per far bagnare le bestie a turno.
La visita è andata avanti nonostante non siano mancate vivaci differenze di opinione tre Bertucci e la Del Torto sulla questione della regolarità degli atti sollevata anche da Legambiente. Intanto la Cherici preferiva parlare con la rappresentante di Animal Project e la giovane padrona degli animali che faceva da guida. Poi la delegazione è stata “circondata” amichevolmente da altri “domatori”.
Il clima abbastanza tranquillo e cordiale è stato interrotto dall’arrivo di signore anziano che sembrava il vero capo del Circo (la padrona era già lì, ma ha parlato poco e soprattutto della loro difficoltà di vivere) che ha attaccato sia la Del Torto che una delle socie di Legambiente in topo prossimo all'offensivo.
Ma le ambientaliste erano più interessate allo stato di salute degli animali che alle polemiche ed hanno verificato la detenzione in cattività di un paio di tigri “rosa”, di 4 leonesse che nonostante avessero 4 anni avevano ancora le cosce posteriori maculate come quelle dei cuccioli, perché, ha spiegato la padrona del circo, non avendo lo stress della caccia e dei pericoli che corrono i cuccioli di leoni liberi, restano praticamente cuccioli/adolescenti per maggior tempo, e questo permette loro di vivere molto più a lungo dei leoni in natura. Questa modifica del ciclo biologico dei felini non sembra preoccupare molto, anche se eticamente è come dire che i carcerati, sono fortunati perché non incorrono in incidenti stradali.
Poi è stata mostrata una varietà di cosiddetti animali da cortile, compresi una maialina, due cani che a dire la verità sono stati raccolti per strada, una zebra che era nel recinto insieme ai ponies, e poi molti camelidi, anche cuccioli nei vari loro recinti, anche ombreggiati, ma uno aveva delle piaghe.
Per quanto riguarda l’acqua potabile era presente una grossa cisterna piena di acqua, sembra fornita da un pozzo dell’hotel Airone, inoltre gli ambientalisti hanno notato un altro allaccio del quale non si è compresa la funzione e la provenienza.
La cosa che è sembrata evidente a diversi dei partecipanti al sopralluogo è che il circo avesse avuto assicurazioni verbali da tempo, non si è capito se fatta dall’attuale amministrazione o da quella passata, come potrebbe far presumere lo strano silenzio del PD su una vicenda che ha assunto aspetti paradossali e che il casino sia scoppiato, più che per le proteste animaliste, per la lettera di Legambiente al Sindaco Ferrari e l’interrogazione della Del Torto che ha prodotto la delibera a “sanatoria” sulla quale il Cigno Verde oggi esprime nuove perplessità.
L’iracondo “capo” del Circo ha detto che l’unica persona con la quale ha avuto uno scambio civile è stata la rappresentante di Animal Project che lo avrebbe incontrato il 21 luglio in Comune a Portoferraio.
Una delle socie di Legambiente presenti ha spiegato che l’associazione, oltre che per il benessere degli animali, era preoccupata perché l’area è esondabile e solo una settimana fa a Marina di campo ci sono stati di nuovo allagamenti per una bomba d’acqua, quindi l’associazione è molto preoccupata per il rischio a cui tutto il circo è sottoposto con una stagione così instabile e caratterizzata da piogge violente e concentrate in poco tempo. Il direttore del Circo ha risposto che loro sono coperti da assicurazione (sorvolando sull’assenza fino a quel momento di autorizzazioni ufficiali che avrebbe vanificato ogni tipo di assicurazione…). Inoltre i responsabili del Circo dicono che senza i grandi animali non lavorano e che la gente non verrebbe. Una socia del Cigno Verde ha risposto che a era comprensibile il fascino di poter vedere da vicino bestie esotiche, soprattutto i grandi animali, ma che la sua associazione ambientalista è contro la detenzione, anche se ludica, di animali non domestici, ricordando le battaglie per le chiusure dei delfinari e le campagne contro le catture di pesci esotici per rifornire gli acquari. Poi resta il problema della coscienza di ciascun individuo e quindi vanno rispettate anche le idee degli ambientalisti e anche quelle più radicali degli animalisti.