La ragazza al tavolo porta via i piatti vuoti del polpo lesso, immancabile sulla tavola di una cena elbana come Dio comanda. Un signore con accento francese la chiama per chiederle dell'acqua "Cameriera!", un altro lo riprende "Non è una cameriera, come minimo sarà un'ingegnera!". E' una cena dagli Amici di Patresi, circa 200 persone sedute ai tavoli disposti sul molo, servite con cortesia e sorrisi che di rado si trovano così generosi. L'impiegato comunale, il maresciallo in pensione, le mogli e i figli dei locali e dei turisti si prodigano al bancone, alla cassa, alle enormi griglie a preparare succulenti piatti di pesce. C'è chi arriva da molto lontano, dai proprietari di seconde case da Roma, Firenze, Milano, dalla Svizzera, dall'Austria, dalla Germania. Ma l'aria che si respira, oltre a uno strepitoso odore di mare, è quella di una cena in famiglia. Il vero spettacolo lo fanno lo sciacquettio delle onde e un'incredibile gibigiana di luna crescente. E poi i ragazzi volontari cominciano a portare vassoiate e vassoiate di pesci grigliati, e il profumo di sardine e gamberoni rende perfetta la scena. Ci si muove tra un tavolo e l'altro incontrando vecchi amici, si scambiano due chiacchiere in allegria accompagnati dalla musica dal vivo. E quando ormai si è fatta mezzanotte i primi cominciano ad andarsene, portando con sé il ricordo di una di quelle serate che non si dimenticheranno mai.
Esiste allora un'Elba alternativa alla ressa disordinata, alle fregature, all'anonimato del mordi e fuggi. Esiste un'Elba d'agosto fatta di amici e convivialità. Un esempio di civiltà e rispetto da incorniciare. E arrivederci alla prossima cena