Tengo a precisare il significato degli oggetti esposti nella vetrina del Libraio – gentilmente concessa – per capirne l'importanza. (https://www.facebook.com/illibraio.gest?fref=ts).
A parte il graffito, che ho eseguito su di un piatto e firmato, i “mari dell'Elba” sono il risultato di decine e decine di esperimenti da me condotti quando cominciai a studiare la ceramica nel “paese della ceramica” a Sesto Fiorentino.
Da curioso e ricercatore quale sono, mi divertivo a cuocere i sassi dell'Elba.
Quasi tutti si disfacevano alla temperatura di cottura della ceramica, a circa 1000 gradi.
Solo un sasso poté resistere a questa temperatura ed è il sasso bianco che potete vedere alle Ghiaie.
Tecnicamente è un “porfido quarzifero” bianco con struttura microcristallina che un tempo si esportava per realizzare la porcellana che cuoce a circa 1300 gradi.
Negli anni '70 lo applicai a varie composizioni realizzando molte idee.
Volendo imitare i fondali del mare dell'Elba, che con la pittura ad olio non potevo fare per la trasparenza, cossi questi sassolini mescolati a cristalline a grosso spessore.
Penso che questi oggetti potrebbero essere il vero “artigianato dell'Elba”.
Sulle strade si trovano ceramiche di Montelupo, Gubbio … ecc.
Ancora non esisteva un “pezzo d’Elba” da portare via.
L'idea la diffusi per sviluppare un artigianato elbano, il che non avvenne da parte degli artigiani locali.
Artigiani dell'Elba, prendete spunto da queste idee per creare il vero artigianato dell'Isola;
L'altra ceramica sono ciotole e vasetti realizzati all'International Art Center dove Alessandra Ribaldone conduce una Scuola di Raku con ottimi risultati; colori metallizzati cangianti, che sono sempre una sorpresa per grandi e piccini
La ceramica Raku è affascinante e veloce, si può realizzare in un'ora e mezza.
Raku vuol dire “gioire il giorno”.
La tecnica fu inventata da un imperatore giapponese nel 1500 per fare ciotole per il rito del the. Viene consegnata una ciotola di terra cotta speciale. Questa viene decorata con appositi ossidi e portata alla temperatura di circa 1000 gradi. La ciotola incandescente viene messa in un recipiente con fumo e senza ossigeno, quindi viene rapidamente tuffata nell’acqua e pulita.
E’ un’operazione molto coreografica , tra fuoco, fumo ed acqua.
Alla fine ognuno si porta via un oggetto dai preziosi riflessi metallici.
Alla scuola di San Martino si può accedere per fare un’esperienza su appuntamento, telefonando al 338 6996406, oppure dalla pagina Facebook https://www.facebook.com/scuolarakuallelba.
Italo Bolano
Nelle foto:
- Ceramiche “mare Elba
- Una donna-isola graffita di Italo Bolano
- Vasetti e ciotole Raku di Alessandra Ribaldone