È notte, il vento sibila, le finestre sbatacchiano. Il pensiero corre veloce: che mare sarà? Si mette maraccio? Partiranno domattina le navi? Abitare su un’isola comporta un ritmo di vita che niente ha in comune con chi abita sulla terraferma.
Al giorno d’oggi le previsioni del tempo sono accurate, spesso non serve più sintonizzarsi sulle sensibilità metereopatiche di ognuno o sulle personali conoscenze marine, e si può con ragionevole anticipo pianificare un viaggio in continente, ma abitare su un’isola dell’Arcipelago Toscano deve fare i conti con il carattere schiettamente insulare che ci caratterizza.
La Sezione Arcipelago Toscano di Italia Nostra ha di recente presentato delle osservazioni al nuovo Piano Paesaggistico della Regione Toscana proprio su questo punto cruciale della nostra esistenza, poiché il piano considera più determinante la “osmosi” di ogni singola isola con il continente limitrofo, piuttosto che la nostra insularità, o l’appartenenza a un arcipelago. Per esempio l’Elba è assegnata ad un gruppo denominato “Ambito delle Colline metallifere”, e noi siamo insieme ai Comuni di:
Campiglia Marittima (LI), Campo nell’ELba (LI), Capoliveri (LI), Follonica (GR), Gavorrano (GR), Marciana (LI), Marciana Marina (LI), Massa Marittima (GR), Monterotondo Marittimo (GR), Montieri (GR), Piombino (LI), Porto Azzurro (LI), Portoferraio (LI), Rio Marina (LI), Rio nell’ELba (LI), Roccastrada (GR), San Vincenzo (LI), Sassetta (LI), Scarlino (GR), Suvereto (LI)
Questa settimana terminano i viaggi della società Aquavision di collegamento regolare tra le nostre isole, con l’esclusione di Pianosa. Da ora in poi la nostra insularità “reciproca” è ancora più ridotta e penalizzata. L’annunciato viaggio a Montecristo del Consiglio Comunale di Portoferraio, con l’agenda che comprende, mette un sigillo e un accento proprio su questo punto. Avere incluso la sanità nell’ordine del giorno, da discutere su un’isola così lontana, disagiata e mal collegata mette ancora più in evidenza, soprattutto agli occhi di chi di isole non se ne intende, di quanto sia diversa la vita dal continente.
Questa decisione, se pure con tutte le difficoltà che può comportare e obiezioni che può sollevare, sottolinea anche un aspetto che stenta a definirsi: l’Arcipelago ne esce più distinto, i collegamenti diventano ancora più essenziali, non solo tra la terraferma e le isole, ma tra le isole stesse.
Mi sento di riprendere allora le osservazioni finali della Sezione Arcipelago Toscano di Italia Nostra, appena presentate alla Regione, con l’invito alla istituzione di uno specifico gruppo chiamato "Ambito di paesaggio: Arcipelago Toscano", “per le molteplici e peculiari problematiche che l'insularità comporta in relazione alla salvaguardia ed uso del territorio, sviluppo sostenibile e garanzia dei servizi primari quali sanità e continuità territoriale”.
Intanto mi affaccio alla finestra e controllo il mare, magari si è calmato il vento.
Cecilia Pacini