(Dal Monitore d' Etruria del 29 Gennaio 1815)
PORTOFERRAJO (Dal nostro inviato speciale) - Ormai è certo. Napoleone sta preparando la fuga dall'Elba. Una grande carta della Francia è distesa nel tavolo del suo studiolo ai Mulini, coperta di spilli a segnare un itinerario che dalla Provenza si spinge verso Parigi. L'Imperatore, assieme ai generali Drouot, Bertrand e Cambronne passa lunghe ore davanti a quella carta. Ai notabili bonapartisti isolani, dai Foresi, ai Senno e Vantini, in particolare, sono arrivate precise richieste di finanziamenti per le sofferenti casse imperiali. A Portoferraio sono sempre più frequenti gli arrivi di personaggi francesi ed italiani che ,nei caffè e nei salotti dell'Elba, parlano dei crescenti malumori nel popolo e nell'esercito francese per il governo del Borbone. Gli italiani giungono perfino ad offrire la corona d'Italia a Napoleone.
A Vienna i lavori del Congresso sono giunti ad una situazione di stallo, con le grandi potenze che non riescono a mettersi d'accordo sulla nuova organizzazione degli stati tedeschi ed italiani, e sulla ormai esplicita richiesta delle cancellerie austriache, inglesi e francesi, di trasferire Napoleone dall'Elba in un luogo più remoto. Addirittura, fonti bene informate, parlano di un piano teso a favorire la fuga di Napoleone, così da spingere il Congresso ad accellerare i propri lavori, e nel contempo a decidere di tradurre l'Imperatore in un nuovo e lontano esilio.
E' incredibile come Napoleone non si renda conto di quanto plausibili siano queste voci, e come, accingendosi a fuggire dall'Elba, si stia scavando la fossa con le proprie mani. Oppure, è pienamente consapevole degli intrighi anglo-franco-austriaci, ma il suo "superego" gli impone di sfidare la sorte. Per il bene della "sua" Francia e della "sua" Europa, naturalmente.
La neve ed un gelido vento di tramontana, coprono e spazzano l'Elba in questo freddo inverno del Quindici. E non bastano i balli in maschera di carnevale organizzati dalla principessa Paolina e la sfarzosa inaugurazione, tenuta il 24 gennaio, del Teatro allestito nella vecchia Chiesa del Carmine, a riscaldare l'atmosfera. Ormai tutti all'Elba sanno, anche se in molti rifiutano l'idea, altri la propugnano ed alcuni la temono, che Napoleone sta preparando il suo rientro nell'agone della storia.
Che si stia organizzando la fuga di Napoleone è anche il convincimento del Sig. Lazzaro Taddei Castelli, come lo stesso mi ha espresso alcuni giorni orsono. Il Grande Vecchio del legittimismo dei Principi Boncompagni, con la grande coerenza e dignità che lo caratterizza, pur rilevando i positivi tratti umani dell' Imperatore, non ha nascosto le sue profonde critiche alle politiche del Bonaparte. La conversazione è scivolata poi nel campo dei ricordi, e il Gentiluomo ha rammentato quando nei primi anni Sessanta del secolo passato, Lui, giovane Cancelliere supplente del Principato, aveva ricevuto il Dott. Alberto Giuseppe Buzzegoli e lo aveva accompagnato a Vigneria dove sgorgava l' antica sorgente dell' acqua marziale di Rio. Ed ancora quando nel 1777, quale Governatore di Rio, aveva accompagnato il celebre geologo lombardo Padre Ermenegildo Pini, nelle sua escursione alla Montagna del ferro. Il Signor Taddei è stato ricco di ricordi e descrizioni del grande patrimonio culturale e naturale racchiuso nella terra di Rio. Dagli intriganti cocci antichi ed ossi che si rinvengono nei terreni dei Chiros, alla storia ammantata di suggestive leggende che avvolge la Montagna del ferro; gli Etruschi e le ferriere pisane, e poi gli Statuta Rivi e la cava del marmo mischio, Santa Caterina, le fortezze del Giove e del Volterraio, il Buchino di Rio e la Torre appianea de la Piaggia, la Valle dei Mulini e il fosso del Riale, dove l'acqua è " inghiottita" quando giunge al Piano, gli intonaci delle case di Rio che luccicano di oligisto e i bastioni della Chiesa-fortezza di San Giacomo e San Quirico che ricordano Grassera e le incursioni di Barbarossa e Dragut.
"Padre Ermenegildo racchiuse tutto questo in un disegno per il Principe Boncompagni. A me è rimasta la prima bozza. Un giorno questo patrimonio dell'umanità e della natura sapientemente valorizzato e protetto può divenire una grande ricchezza della Terra di Rio e dell'Elba tutta". Ha concluso il Sig. Lazzaro Taddei Castelli, mostrandomi il disegno, che il vostro cronista ha cercato, sia pure maldestramente, di riprodurre nei suoi caratteri essenziali.
Beta de Latorre
Aggiornamenti
Ieri 28 gennaio, un elicottero è volato sul Volterraio. Sono iniziati i lavori per il suo restauro. Sono passati quindici anni da quando sul Volterraio volavano gli elicotteri dell'antincendio e il Parco Nazionale acquistò l'antico fortezza e la montagna in cui è edificato per salvarla dal degrado. Sempre il 28 gennaio il Comune di Rio Marina ha deliberato di esercitare il diritto di prelazione sulle quote del Parco Minerario tenute dalla Provincia di Livorno. Si apre un positivo cammino, in collaborazione con il Comune di Rio Elba, Regione Toscana e Università di Firenze, per il riassetto societario ed il potenziamento operativo del Parco. Non c'è che dire: il 28 gennaio è stata una bella giornata. Buon lavoro!
(B.T.)