C’è chi lascia e chi viene lasciato. C’è chi si dispera per un amore perduto, chi non comprende perché l’amore è finito. E c’è chi delle “pene d’amore” fa una malattia e chi riesce a riderci su e a ripartire. Così, in questo alternarsi di domande, sentimenti, contraddizioni e ricordi prende vita il nuovo spettacolo del comico toscano Sergio Sgrilli, che mercoledì e giovedì sera ha fatto irruzione al Teatro Flamingo di Capoliveri fra applausi scroscianti e tante risate.
“Volevo portare in scena gli amori finiti” – ci dice Sgrilli fra un caffè e un sorriso, mentre si gode il caldo sole di questa mattina di febbraio in piazza a Capoliveri. “In un tempo in cui la fine di un amore sembra porti solo tragedia, volevo rappresentare qualche cosa di più, di diverso, con le parole e con la musica”.
In questo spettacolo presentato in prima assoluta al Teatro capoliverese, Sergio Sgrilli recita dramma e commedia e fa piangere e ridere insieme perché come dice lui “Ci sono battute che fanno ridere ed altre che aprono fitte al cuore. Ma quello che importa è che dopo lo spettacolo si esce dalla sala avendo trascorso due ore serene”. E questo è quello che è accaduto al Flamingo con un doppio spettacolo che ha fatto entusiasmare il pubblico preso dalle forti e irriverenti battute “alla toscana”, dalla musica e le canzoni live suonate e interpretate da Sgrilli, fino alle frasi d’effetto per riflettere e non dimenticare. Lo spettacolo, interamente scritto e diretto da Sergio Sgrilli, è un po’ tutto questo “Volevo tornare alla formula del racconto in canzone che a me piace e appassiona e credo che la formula sia piaciuta al pubblico che ha interagito durante tutto lo show”.
“E’ bello per me essere partito da Capoliveri per lanciare questo nuovo spettacolo” Ci dice, confessando il suo legame con l’Elba. “Ho sentito tanta energia qui. Io, nato a Follonica da madre maremmana e padre livornese (e ne è venuto il peggio delle due razze) – prosegue strizzando l’occhio - con l’Elba sempre davanti agli occhi, ho sempre sentito un legame forte con l’isola. Da casa mia si vede benissimo proprio Capoliveri. Ci venni la prima volta da ragazzino con la famiglia e poi ho continuato a tornarci, prima con sacco a pelo e chitarra, poi con i primi spettacoli in piazza. Ora sono di nuovo qui dopo molti anni, ma - come si dice - è come tornare da un vecchio amore vissuto da ragazzi, una bella rimpatriata…E’ un continuo lasciarsi e riprendersi. - E anticipa - Chissà se poi magari verrò a viverci…”.