Venerdì 20 febbraio si è svolto nella sede del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano un incontro dal titolo “Enogastronomia, territorio, sviluppo locale” organizzato dall’ Associazione ElbaTaste. Questa iniziativa fa parte del progetto “Isola d’Elba una frontiera enogastronomica: storie da un territorio” parte del programma della Festa della Toscana 2014 dal tema: “Guardare Oltre Durante l’incontro sono stati presentati i video che fanno parte della serie “Mare, terra, persone…”.
L’intenzione era quella di promuovere una discussione fra le forze sociali, le istituzioni, le categorie economiche per far emergere criticità e opportunità nel dare un corretto ruolo all’enogastronomia di questo territorio nel mantenere dei legami culturali nei vari paesi che lo compongono, di mantenere un territorio, nel creare opportunità dirette e indirette di sviluppo economico.
C’è stata una presenza importante di qua e di là dal tavolo, sia tra i relatori che tra il pubblico, il programma è stato ampiamente diffuso e non lo riprendo ma ha visto la presenza del Parco, che ci ha ospitato, del Consiglio Regionale, di due dirigenti della Regione nel settore agricoltura e promozione enogastronomica, di viticoltori e ristoratori, di associazioni e dell’Università di Siena. Tra il pubblico numeroso rappresentanti delle categorie economiche, produttori, albergatori, consorzio del vino, un pubblico interessato e interessante che ha interloquito con i relatori e sono scaturite proposte e segnalazioni interessanti.
I video realizzati da Alessandro Beneforti in collaborazione con la giornalista Claudia Lanzoni che li ha presentati che hanno avuto successo per la loro capacità di far emergere la passione e il rapporto fra le persone, la loro terra e i prodotti. E poi il pranzo squisito di piatti della tradizione elbana preparato da Massimo Poli, Antonella Marinari con i dolci tradizionali di Gabriele Messina accompagnato dai vini di Terre del Granito, Mazzarri, Arrighi, Sapereta e dello straordinario Aleatico de La Galea.
In conclusione lo sforzo fatto da Elbataste nel promuovere questo incontro abbia trovato concordi molti interlocutori all’Elba e fuori nel considerare questo settore strategico per lo sviluppo dell’Isola. Vi lasciamo una riflessione che era alla base di questo incontro.
L’enogastronomia è parte integrante della cultura di un territorio che l’ha generata, le attività agricole modellano il territorio, è parte integrante dello sviluppo locale.
L’economia del passato dell’isola d’Elba è stata caratterizzata dalle miniere e dal granito ma anche da una grande produzione di uva della quale era grande esportatrice, adesso siamo ad un decimo della produzione degli anni ’30; dalla produzione di frutta e verdura, per lo più per un consumo familiare e dalla piccola pesca.
La decadenza delle attività estrattive e il successivo sviluppo turistico hanno fortemente cambiato il profilo economico ed ecologico dell’isola ridisegnando un territorio fatto di macchia, dove prima c’erano vigne, e di case. Si è allentato il legame cibo/vino, agricoltura, territorio, sviluppo locale.
La fase economica e culturale che stiamo vivendo in questi anni ha riproposto in maniera marcata l’importanza dei legami culturali di un luogo, come questo sia rilevante per il sostegno allo sviluppo di un turismo consapevole e di qualità, di come queste scelte influiscano sull’agricoltura e sul paesaggio, di come siano esse stesse elemento significativo, per lo sviluppo locale.
All’Elba oggi si producono circa un milione di bottiglie di vino con 18 aziende agricole che fanno parte del consorzio Elba DOC, abbiamo l’Aleatico Passito dell’Elba unica DOCG in Toscana, abbiamo lo sviluppo della produzione del pesce in conserva con il prodotto di eccellenza della Palamita, presidio Slow Food, c’è un incremento della produzione dell’olio extravergine d’oliva che produce una DOP, c’è lo sviluppo delle produzione orticola, e dell’artigianato dolciario.
Nell’insieme è un comparto che ha una sua rilevanza economica significativa per un’isola che conta poco più di 30.000 residenti ma ha soprattutto una rilevanza culturale per la connotazione dei prodotti con la cultura locale, di come questa crei valore aggiunto per il turista sempre più sensibile alla ricerca di prodotti locali. Turista che indirizza le proprie scelte di destinazione delle proprie mete di vacanza oltre che per la bellezza del luogo, per le spiagge, per i servizi, per la qualità di quello che si mangia e si beve e per quanto questo è caratterizzato dalla cultura locale.
La valorizzazione e lo sviluppo dell’enogastronomia locale è anche un forte impulso alla tenuta ecosostenibile di un territorio, se “mangiare è un atto agricolo”, produrre prodotti di qualità è mantenere un territorio, mantenere dei legami culturali, creare delle opportunità economiche.
In un momento di crisi non solo economica, ma di modello di sviluppo, pensiamo che mettere l’enogastronomia nel dibattito sulle strategie per lo sviluppo dell’Isola d’Elba abbia la sua importanza. In una chiave di lettura non folkloristica, ma come elemento caratterizzante uno sviluppo qualitativo del luogo in quanto possa dare un sostegno significativo alla ripresa della presenza turistica. Non solo una presenza numerica ma con capacità di scelta e di spesa tenendo in considerazione che questa è una tendenza che porta buoni risultati la dove viene realizzata con lungimiranza. Si sta anche sviluppando in tutto il territorio italiano un turismo specifico a carattere enogastronomico.
Attualmente dell’enogastronomia elbana si sa poco o niente fuori dall’Elba, a volte poco anche dentro o gli si da scarso valore, il turista che arriva sull’isola non sa cosa si produce, dove assaggiarlo dove acquistarlo. La maggior parte dei ristoranti non propongono piatti della tradizione che è riservata per lo più alle sagre locali e ci si concentra su una cucina “internazionale” o alla moda del momento che un ospite può trovare in qualsiasi posto.
Altro elemento è quello legato ad un circolo virtuoso di produzione/consumo tutto interno all’isola che consente di avere un maggior risultato di valor aggiunto con minori passaggi. Utilizzare vini locali consente ai ristoranti meno passaggi e meno magazzino, consumare verdure o prodotti agricoli locali, o della pesca aumenta la qualità del cibo diminuisce le transazioni e aumenta il margine di guadagno. Proporre ricette locali storiche o rivisitate connota una cucina con un territorio.
Valter Giuliani http://www.elbataste.com/