Si è conclusa al grido di “NASCERE, VIVERE E MORIRE ALL’ISOLA D’ELBA”ieri sera a Portoferraio una dignitosissima, tranquilla nei fatti –non certo negli animi di chi c’era- fiaccolata per ricordare a tutti i cittadini elbani, turisti presenti e attoniti, ma soprattutto ai nostri piramidali amministratori , che la salvaguardia della salute è un diritto sancito dalla Carta Costituzionale.
Abbiamo sfilato con megafono e cartelli tra due ali di portoferraiesi che forse non sapevano della fiaccolata, ma soprattutto sotto lo sguardo, ripeto, attonito di turisti che si godevano tranquillamente una serata di ferie, consolati dal maestralino isolano e qualcuno si è anche unito alla breve marcia, comprendendone le motivazioni e forse condividendone la causa , dato che i tagli alla sanità piovono su tutta Italia. Tagli spesso giustificati, basti pensare agli ultimi scandali della Asl di Massa, ma che all’Elba metteranno in ginocchio una intera comunità. Una comunità già provata dalla scarsità di trasporto pubblico su ruote e marittimo, dai tagli agli uffici postali, distante geograficamente dalle istituzioni regionali, provata insomma da ciò che noi chiamiamo “perenne mancanza di servizi pubblici efficienti”, senza dimenticare che la regione ha permesso al privato la trasformazione di un tratto stradale da libero a pagamento incidendo monetariamente sui nostri spostamenti.
Come detto giustamente al megafono ieri sera dal sig. Semeraro del Comitato Sanità, i cittadini ma soprattutto i malati non sono numeri, invece le istituzioni i manager parlano di noi in termini numerici da inserire in bilancio - senza tagliare mai verso loro stessi- in una partita doppia dove i conti non tornano mai, soprattutto quelli del nostro bilancio familiare. Io mi rifiuto di sentirmi un numero, mi ero illuso che con i numeri avessimo chiuso quando un po’ di anni fa ci siamo fatti ammazzare per liberare altri esseri umani privati dei loro diritti essenziali chiusi nei lagher.
Quando un cittadino ha un diritto e qualcuno glielo nega, ed in questo caso non ci sono scuse che tengano, di qualcuno la colpa sarà, e questo è uno dei grandi cancri italiani, si sperpera denaro pubblico a piene mani, non si fa il proprio dovere ma non è mai colpa di nessuno. Ci siamo chiesti ieri sera perché la piattaforma dell’elisoccorso non è ancora entrata in funzione, perché l’ascensore funziona un giorno si e dieci no, ci siamo chiesti perché sono stati chiusi i presidi sul territorio, perchè vengono tagliati i servizi domiciliari e tanti troppi altri perché. Adesso vogliamo risposte precise, motivare tutto questo con la crisi mondiale non basta, all’Elba la crisi sanitaria è iniziata forse vent’anni fa ed anche più e vent’anni or sono di crisi economica neppure l’ombra.
In ultimo ringrazio il Comitato Sanità per l’impegno che mette a nostra disposizione e quindi faccio appello agli elbani e non, che partecipino a queste meritorie iniziative, perché se ci rendiamo conto del potere che ancora abbiamo lavorando uniti per scopi sociali, forse le cose potranno cambiare.
Roberto Borra