Storia e cultura di un’isola. Identità di una società e creatività contemporanea. Passando per un comune afflato ideale e sogni antitetici per il futuro dell’Elba. Questi gli ingredienti di una serata importante, che si è tenuta mercoledì nel cuore di Capoliveri, piazza la Vantina, grazie alla collaborazione tra Isola Etica, promotrice dell’iniziativa e il Comune di Capoliveri.
Alla presenza del sindaco Ruggero Barbetti, del vice sindaco Andrea Gelsi e del Presidente di Isola Etica Emilia Pignatelli, si è parlato con passione della bandiera che Napoleone Bonaparte, scelse per il suo nuovo impero, l’Ile d’Elbe, nel 1814. Un simbolo intriso di storia, con qualche mistero e intepretazioni non univoche, sapientemente sciolte dagli storici Giuseppe Massimo Battaglini e Gloria Peria. Il professor Battaglini, in ottima forma, ha tracciato con efficacia comunicativa gli scenari amministrativi dell’Elba dal XVII al XIX secolo, attraverso aneddoti dell'epoca ha ripercorso le divisioni dell'Elba prima dei Francesi. Ha ricordato come l'Elba fosse dominata da nazioni diverse e ci volesse il passaporto per andare – per esempio – da Portoferraio a Portazzurro, e come la bandiera dell'Elba diventò un simbolo del "Dieu en terre (dio in terra)", come in molte parti d'Europa e del Mediterraneo veniva chiamato l'Imperatore. Tanto che pirati e barbareschi s'inchinavano al passaggio di navi battenti “bandiera elbana". La dr.ssa Peria ha sciolto su basi documentarie l’esegesi e l’araldica della bandiera delle Tre Api, svelando l'arcano dell'orientamento della banda rossa. Un errore di restauro del pezzo
conservato presso il Museo della Misericordia a Portoferraio, che fu donato da Demidoff, ritenuto la copia esatta di quello che garriva su Forte Stella il 4 maggio 1814 allo sbarco del Re dell'Elba. Durante un'operazione di restauro gli furono ricuciti i laccetti a destra invece che a sinistra. Interessante anche l’intervento del giovane grafic designer Matteo Civaschi di H-57, che con passione ha lavorato a un restyling del prezioso cimelio napoleonico, raccontando come il progetto sia nato dal suo incontro con Angelo e dal comune desiderio di fare qualcosa per la società locale dopo l'alluvione di Campo". Angelo Mazzei, di Isola Etica ha tracciato i confini ideali e di profonda identificazione contenuti in una bandiera, il simbolo di un popolo.
Molte le suggestioni che hanno rimandato in modo anche diretto al tema forte della contemporaneità, il dibattutissimo Comune Unico. Ma il taglio culturale e di libere associazioni di ciascuno non ha lasciato spazio a strumentalizzazioni. Ognuno dei presenti, tra conferenzieri e pubblico, ha espresso la propria opinione, non si è dunque caduti nel rischio di piegare la storia a fini di oggi. Il sindaco di Capoliveri ha ricevuto in dono uno degli esemplari della “nuova” bandiera dell’Elba prodotto dalla società H-57. Un regalo simbolico evidentemente, a voler sottolineare il forte legame affettivo per quest’isola.
La musica toccante e antica spesso composta e ancora oggi interpretata dalla famiglia Soria (c’erano Daniela Soria, voce, Giorgio Soria alla fisarmonica, con loro Riccardo Santini alla chitarra classica) ha legato gli interventi dei professionisti, diffondendo in tutti, come soltanto la musica sa fare, l’impressione profonda di una cultura stratificata nel tempo, che meriterebbe ben altra attenzione. In ciascuno, almeno per un attimo, deve essersi affacciata la convinzione che lo studio della storia di questo territorio può suggerire letture inedite e molto più avvincenti di quanto il chiasso e l’omologazione di oggi possa far trasparire.
Uno scambio di battute ha chiuso la serata: al Sindaco Barbetti che rimpiangendo Napoleone auspicava l'unità dell'isola sotto la forma istituzionale del Comune Unico rispondeva scherzosamente Angelo Mazzei che pur augurandosi anch'egli l'unità, l'auspicava sotto forma di regno o repubblica".