Per il profondo legame affettivo che mi lega alla memoria di Franco, con il quale ho percorso un lungo tratto della mia vita politica e personale, in un primo tempo ho pensato di replicare alla lettera della famiglia Franchini con un messaggio privato, in modo da non alimentare spiacevoli e indesiderate polemiche, e così ho fatto. Ad una successiva riflessione, però, ho pensato di rendere pubbliche le mie considerazioni affinché non permanesse nell’opinione di persone amiche sparse un po’ ovunque e nei riesi in particolare la convinzione che veramente, come si afferma nella lettera, l’amministrazione precedente non abbia creduto o che addirittura, per insipienza o per altro, abbia ostacolato o ritardato l’apertura del museo.
La cose non stanno così. Intanto c’è da dire che sia pure a fine mandato e con qualche difficoltà estranea alla volontà degli amministratori, il museo dedicato a Franco è stato inaugurato ed aperto con una cerimonia, da me presieduta, degna della solennità dell’evento, che i familiari ebbero modo di apprezzare, esprimendomi pubblicamente il loro commosso compiacimento e la loro soddisfazione. Così come ebbero occasione di fare quando l’amministrazione, superando anche il quel caso resistenze ed ostacoli d’ordine burocratico e di altro genere, riuscì a dare il nome di Franco alla Casa del Parco.
Certo, vi sono stati ritardi e in parte anche imputabili a chi in quel momento aveva responsabilità di governo del comune, e non solo del Sindaco, ma è fuorviante e non vero ritenere che ciò sia dipeso da una scarsa volontà politica e sensibilità culturale e non anche per altre cause attribuibili ad altri soggetti interessati nella realizzazione del progetto, ai quali la famiglia Franchini riserva ben altre parole e un diverso comportamento. Solo per accenni voglio ricordare il ritardato finanziamento dell’altorilievo da me più volte sollecitato alla Provincia o alcune vicende personali che hanno coinvolto il pur volenteroso ed encomiabile amico Vinciguerra.
Come ho scritto privatamente, anche qui non posso fare a meno di esprimere tutto il mio stupore e la mia amarezza per un giudizio che ritengo profondamente ingiusto e ingeneroso e che intacca quel rapporto di stima e di amicizia che fino ad oggi, sbagliando, ritenevo fosse reciproco.
Danilo Alessi